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Capitolo 111. Della Penitenza Medicinales te impoflibile , che peccchi , 33. Lo configli ancora , che alcuna volta l ricirifolo nella íva camera; e qui fi ponga in pefitura di morro , e riflerta con viua conti. derazione , come neceffariamente, dz infalli. bilmenze vna volta ,rale há egli da eflere nel Íepolcro , Che alcuna volta accofti wn poco vn dizo al fuoco, o alla famma d'vna candela, e velo tenga quanto puó foffriruclo; e confideri , che le € impoffibile foffrire yn dito vicino alía fiamma d'vna candela per due momenti, come po:rá foffrire di fare ardendo in corpo, e in anima nelle formidabili fiamme dell'Inferno, per turca l'ecerpíca ? Auche ,fc e giotro di vino, gli comaadi, che lo bena molto remperaro coll'acqua, ó lo laíci del tutto, fe puo, fenza nora, efeoza che gli faccia danno notabile alia (anita ; per- che , Venter vino «/uans ; cito defpumatin libi- dines: e come dice 'Apoltolo ad Epbefios cap. 5. Nojite inebriari vino ,1m quo efi luxurig., Che g'allontani dalie cacriue compagoie di gendi licenziole, e poco timorace di Dio , e s accompagni con perfone onelte, rici- rare , e modelte;fchiui le conuerfazioni ¡a- decentjs lí riciri da «ráccare con donse>, quanto fia pofíbile, e mai vada a' feftini, O sú balli, Che mai fia oziofa, perche l'oziofitá € ma- dre di tuctii wjzi), e Piotellerto , e porenzc dell' huomo mai quierano; e fe non fi ferra las porca con qualche opeñta occupazione , ha il Demonio franco il paílo , per entrare 3 cen. care, Che fia diuoto delia Vergine Maria N.S, (upplicandola con cuor bumile, giache e ma» dre di tueca la purica , che fcarni dal (uo cuore oguiafíerro libidinofo . Configliarlo, che pro- curi fempre, che puo, recicarie il fuo Rofario, eche quando lo moleftano le centazioni, ri- corra al parrocinio di si pierola Madre , ra- cicandole allora qualche Salue Regina ¿0 Aur Maria ¿che , fe con pio, ywmile, 8cafícrruolo cuore (í vale dell efíicace interceflione di si amabile , e potente Regina , puó confidare con tutta ficurezza , che otrerrá l'efferro della fua orazione , CAPITOLO IV, Della Pevitenza fodisfattoria , che dene imporf al Penitente e 34. Tre cofe riducono i Teologi la pe. A nicenza fodisfarroria Sacramenta- le. La prima e il digiuno, nel quale í comprendono tutte le opere penali, La feconda € la limofiva , alla quale fi riduco- ho cuecele opere di miftricordia, La terza € 209 Porazione alla quale ( riduce tutto ció ; che fi fá in onore, K “offl:quio di Dio Signer Nottro, Cola cerca e ,cheál Confeffore e obb'izaro, regolarmente parlando , imporre qualche pe= biteoza fodisfaccoria al Penicente ¿e che deve proporzionaríi moralmente alle colpe del Pe. nitente. Cosi decermina il Sacro Concilro di Trento nella Sef]. 14. cap. 8. Dico moralmente , perche e impofíibile mi- furare mecafibicamen:e la fodisfazione, ches» merita ciafcheduna colpa; e lolo fi ricerca vna prudente decilione , e ragionenole, fenza trop- po ferupoleggiars , fe eccede , O manca nella giufta miíura , 35. E perche polfiao. procedere fenza feru- poli in queíta materia i Confefori , noteró Vopinione comúne de Teologi apud Lugum de Panit. difp, 27. Set. 3. n. 22. che infegas, che quendo il Penitente ha da guadagnare» qualche Indulgenza Plenaria . ln queíto calo puo il Confellore laíciare d'imporre penicenza al Penicente ; ferucado di peaitenzx le medeme preci dell [ndulgenza, Idem Lugo difp. 25. Sel?, 4.n, 48. Calpente Tom. 2, Trát. 24 difpo 8. $e. 4. 1.:28.1n fine, Dal che s'inferiíce , che in tempo di Miflio- ne, ucl qualei Miflionarij fogliono portare il Giubileo , ponno i Confeffor: adoluere fenza imporre pesitenza , O imponendone folo alcus na leggiera, ordinando al Denicente, che fac= cia con diligenza le cole, che impone il Giu= biilco , Lo ltetlo fi dice per i giorai delle prime Domeniche del mefe, ne quali molti Luoghi hanno Giudileo , e generalmeare per qualíio- glia Feíta dell'anno , nella quale fono fimili Indulgeaze Plenarie, 36. Sinferifccin fecondo luogo , ehe qual fivoglia giorno , nel quale € ftazione in Roma, coll imporre al Penicente, che vióti cinque Aicari, fe s'ha la Bolla , puo aTolucrá fenza al- tra penicenza; poiche con quello guadagaerd lodu/genza plenaria , Etigiorai, ne quali, nou fono ftazioni ía Roma gli (i potrá comandare , eh: digiuoi yn giorno ,che non fia di prececroz efe non puó diginnare , che faccia alera opera buona ad at- bi:rio del Confefore : con che per il privilegio della Bolla guadagnerá quindeci anni, efci. cento giorai d'Indulgenza ¿ ciod la remiffiono delia pena del Purgacorio, che confeguirebbe il Pevitente, fe turco queñto tempo s' efer- cita? nelle penicenze, che aegoano iSacrí Canoni. E (e il Penitente d aggravara di molti pecca» si, ng occorrenelzempo della fua confellione, flazione di Roma, ne alero Giubilco , puo il Confefíore applicargli 1' Indulgeaza Plenaria della Bolla , che fi concede ogoi anno vna vol. ta in vita ; e con quefto allegerirgli il pelo della penicenza , Dd S:
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