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208 genti, 3 ingiuriofe. L'rndecimo, l'omifñoni, che per abiro coma mertono le perfone nell'adempire gli obblighi . Speciali del lor víficio particolare , e minifte- rij ; di che diffvfamente , e di propofito tratto nella feconda parte di queft'O pera . In cutri quefti coftumi, € abiti , che fono - smolto ordinarij, € in alcri Araordin arij, che fono confimili á queÑi, che molte voltt in. contrerá 11 Confeffore , conuiene portaríi co'l Penitente sella forma , emodo, che refta deca co nel Capitolo precedente. E dene dimana dargli in queÑicafi, le alcri Confefioril'han- mo auviíaro , che ilfuio abíto lo rendeua inca- pace d'aísoluzíone ; e fe ' hanno avviíaco due, O tre volte, e non fi eemendato , per uiun amodo deue aísoluerlo , fe forfi non vi concor- reísero le circoítanze , che diró nello fpisgo della Propofiz, 60. 28. La feconda medicina , che ha da víare 3l Confeísore co'l Penitepte, e ponderargli la grauezza del peccato mortale nelia torma, che 1cfta derto nel cap. Y. di quefñio Trattato y. Per- ché e cerco, che in molti Penitenti, a: quali ho ponderaro la brutcezza del peccato . hó weduro efferti firaordinarij, e conuerfioni má. rau gliofe ze fogliono poi dire queíti talis Pa. dre , fe gli aleri Confeísori m'aucísero fganna- to ,t dato il lume, che V.P. m'ha dato adeíso, non suercl cerco menaro la vica ¿che hó me- mato » Et io beniflimo lo credo , perché la volonta dell'huomo € potenza cieca , e l'intela Jerrofi laícia facilmente ingannare dall'appa- renze de beni cerreni: e le il Confeísore co” lu. mi di enidenti difinganni non gli propone mo. civiatcid dilingannare l'intellerto , e muoncre la volontá ad abbracciare i veri beni, e deteo fiare i falíi , edifíicile, che lafciando la via lu. brica del vizio , íi riduca á caminare il fenciere della vircú . 29. La cerza medicina, dimporre al Penis tente , Che Oghi giorno Ípenda vn mezzo quars to, Ó va quarto d'ora in meditare atcenta- mente i mociuj, ele ragioni pofte di fopra cap. 1. 5ingolarmente , Che con viva fede, e cone biderazione ponderi Veternicá delle pene atro- cidell luterno. E ft € perfona difoccupara, e slacendaca , naflime Ecciefñafica , comandar. lc,che 0go1 giorno s'applichi due volce all'ora- zione mentale, voa la macrioa, e Palcra la fera , nella quale raccolga le potenze á ponde. rare 1 Nouiíámi, la fragilica, brevitá, £ io. corcezza della vica, 8 il paíso otribile della morte ¿la cerribilita del rigorofifíimo Giudi- cio di Dio , nel quale há da dar conto della jua vita rilaísata $ le pene formidabili dell Ia. ferno , Che infallibilminte y alpercaro , [es non Imigilora la vita, e altri ponci Gmi- glianti. Quelte tre medicine fono le piú vcili » $ Trattato IX. Delle cofé y che fieguono alla Confefíone « efficaci; poiche , co:.e Ícriue Geremia c.p.12, il canto male , che e nel mondo, nafce da man. canza di confideraziones ¿Quia nullus efi . qui recogitet corde ; elo fteflo Spirito Saato ci ice, Prnico rimedio del peccato eflere la confñide da zione de' Noviftimi : Atemorare nouifirnsa 134, OÍ in aternum non peccabis . Eccl. 7. € Most e. fiderava fommamente . che eli huomiai s'eler- citaflero in confiderarii: Veinam faperent, O intelligerent , ac nomiffima praniderent . Deute cap. 23. Quelto e quello, che dobbiamo pra- ticare noi Confefíoriz non (í conuince Vintela letto de) penitente con afpre parole di ripren= fioni, con che molti ( poco prudenti ) Conf:fa fori li turbano , € efaíperano ; ma bensi colla ponderazione di chiare ragioni, che lo dilins ganni, 30. La quarta medicina e la frequenza de” SS. Sacramenti che dene imporfi piú , O me» no freguence, fecondo il piú, O meno d'occus pazioni, che auerá : 8: eforcarlo ad el colle ragioni dette nel cap. 2. M. Za 31. Sele ricadute procedono da occaÑñone vitanda ; cioé , dal frequencare la caía d. qual. che períona , ó pañfare dalla lua trrada, ¿li ha da comandare ¿che lafci d'entrare 19 quelia caía , € dirondare d'intorno alla Íua porta, € pafíare per la cale Rrada , e fuggite ) occalios ne; € le Poccafñione e intrinfeca nella caía ¡teias pero inuolontaria , come d'vo figio di famis glia , che ha illecica corrifpondenza con quila che perfona di cala , che con ftá io lua máno fcacciarla , ne egli tampoco puó vícirae , 8 alcri imiglianti; gli há da comandare, che fugg2 , quanto gli € poífibile , il traccare colla tal períona ,che mai ftij foio con lei y e anco fi guardi dalla fua víita con quelia diligcuza, colla quale (i guarda la paglia dal fuoco ; pois che piú facilmente s'accendono le hammne len. fuali in va cuor laíciuo ; che 11 fuoco nella paglia. 32. Sel'abicto non procede da cauía cftrin. ftca ,mache Pabbia in le itedo ii Peoicentes v.g. polluar fe voluntarié , la medicina € pia difficile , per non potere alcano fuggire linia mico , che porta fico fteflo 1 e il rimedio pla efficace , per fanare da si concagiola infermica, e l'aromatico incenío della confideraziont ; € quando l'inimico l'afíale per queíta parte, s'2£ miil foldacto Criftiano collo Ícudo della aedí- razione , facendo viua , de efíicace pondera- iune ¿come il dilerco , al quale Valiecca la Car- ne, pañierá Íubico, e che nel'atco , chelo Cos mecre , puó ellere, che Dio cagli úl filo della fua vica, € lo fepellilca nelle fame falfures deil'inferno per curra Pecernicá ; che confronti il momento del diletto, al quale linuica la carne , colla longa durazione deil' ectrnicá, alla quale lo condaona la colpa: che le in quelto hi fidlerá aceencamente , fara moralmecas te

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