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Capitolo 111. Della Penitenza Medicinale > dicono alcune perfone ruftiche, effer colas da fanciulli ,ha da procurare il Confellore di farle capaci, dicendogli, che non gliele di- manda per curioirá, ne per farlo arroffice, ma perché e necedario, che il Penicente le fappia per falnarG ; e queft'obbligo non € mi. nore negli adulri, che ne fanciulli ; e che e ne. ceffario , che il Confeffore veda, fe in cosi im- portante materja we qualche ignoranza , per conoícere, fe puó con buona colcienza dare l'affoluzione ¿e con aleri motiai fuggerici con prudeoza ,ebuon modo rendere fuaue al Pe- nitente ¡il fentiri ammacttrare ; e le il Penitea- re lará Padre , O Madre di famiglia , linterro- ghi anche con pazienza , e prudenza , fe a' fuoi figli, O ferni há infegnato i Miferi della noltra Santa Fede ,O fe ha procuraro , Che Pimpa- rafiero in Ícuola , o in alrro modo. 25. Troucrá anche il Confelsore alcuni , che noo hanao farca la penicenza impofta loro nell' alcre confeíhioni , e che dimandaci lu'l principio, le hanao fodisfarea la penicenza, dicono di nó , ma che ne hanno ancora da fa- re parte; allora (i faccia fauio di quello , che ad ela manca , per compirla; e le foíse qual- che penicenza indifcrera , allegerendola , com- murandola ¡in altra piú proporzionata con buon modo, fenza dir male del Confeísore, che dicde quella imprudente penicenza ¿ ne ri. prendendo con a/prezza il Penicenee , che non J'bá farea, benche Vabbia cralafciaca per ot- gligenza ; ma per allora diflimulare, e riler- uare all' vlcimo delia confeílione il fargli conofcere quelto fuo peccaco d'ommiflioue, come piú volee ho derto nel decorfo di queft” Opera, Vilono alcri Penicenti negligenci nel com» pircivoci,c promeíse ; per lo che há da pro- curare d interrogarli ful fecondo Comaada- mento ; e erovandoui qualche diferto , ommil- fione, O tardauza , le porrá , allegoeriró quel” onere al Penicente, difpenlando., irricando, ó commurando il voto, per alcuno de' pria- cipij, che ho Ípiegato nel Trat. 2. cap. 4. per totum , e le von¡á porra, ia:porgli, che quanco puma l'adempilca , CAPITOLO HL Medicine preferuatine per gli abituati nel peccato, Co occajson: ¿nuoluntarit » 26. No de' piú principali mivifterij del : / Confeflore , € Pvíficio di Medico Spiriunale , che dene con tucta di- ligenza cercare di conoícere 1 jofermicá de"Pe= nicenti; soccare á bellaggio , € polatamente il polío all'anima ; offernare le pafioni , che fi fono íconuolee , e emrbare nel peccaror£ ; € CO- nobciuta Virfermicá applicare la medicina COn: a 207 ueniente al morbo . ; E' medicina di gran proáicto ; per confeguis re P'emenda del Peoiceore, quiado e inueca chiaro in qualche vizio , moftrare il Confedo- re di non volerlo afoluere, nella forma, che hó decto nel capicolo anrecedente: Poiché á qualíiuoglia Crifiano , vedendo , che i fuoi eccati lo metrono d riíchio d'efergli negare le chiavi del Cielo, caufa tanto orrore,e fa tal'imprefiioas. che lo riduce á far proponi. mati molto efficaci. Ma auuerco il Confedore, che queíto mi- nacciare al Penicente di non volerlo añoluere, non ha da effere con gridori, parole pungenci, O afprezza alcuna ; ma bensi con amore , reo. deudone capace l'itefo Penicence, coll'addur- glila cauía , per la quale fi moftra difficile io alloluerlo, che e, per meritare poco credito i di lui proponimenti . Auuerto di piú , che per qualíiaoglia abito di peccaro mortale , che abbia il Penicente, deue applicarí<gli il rimedio decco ¿ poiché milita in cueci gli abici la ftcila ragione, e cut- ti li abbraccia la Propolizione 60. condannata dalla Sancicá d'Ionocenzo X!. 1 pia frequenti abici di peccare fono queñti . 27. 1l primo € il vizio d' vbbriacarf , O ricapiríi di vinosqueño € si difficile da correg- ger, che molci pochi fono quelli, che aucado guefto vizio , lo laícino . ll fecondo e di giurare in bugia , e maledire di cuore . Ll terzo, € di non pagare i debici potendo , 9 non cefltituire il mal'acquiítato » El quarto , e di noa pagare ¡ Legari la. fciati in reftamento , di Mee, d'Anoinería. rij EC. Il quinto , € di non perdonare l'ingiurie, 82 amare ,e moftrare al prolfimo l'amore, che gli fi dene, Il feo , é di non addempire le promete, ó voti farei á Dio, € a' fuoi Santi. Il fertimo , € ¡il vizio brutto della lafciuia, ranto in fe ftefio , come con terza períona , ía di penfieri, O di parole , O d'opra » L'otrauo , non refticuire 'onore , O fama ia- giuítamente tolra aclle mormorazioni , ricrar- candole alla prefenza di quelle perfong, auan- ri le quali G mormoro del proífimo; + aclla contamelia, dimandando perdono alla perlo- na ingiuríara . ll nono ,€ il rizio. di non imparare la Dot. trina , $ i Milterij della Fede, diche ho crate raco di fopra Traf. 1. cap. 4.0.1. € parlaco nel capit, precedent. num. 24. 8 anche cratreró nel feguence Trat. 10. nello Ípiegare la Propo- fizione 64. condannara da lanocenzo Xf, ll decimo,€ il vizio di non vbbidire a'Geni. rori, di perdere loro il riíperco , di parlare ad efi con fuperbia , dicgado Joro parol: púa. genti,
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