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Cap. 1. Efortazione per muouere il Penitente al dolores V.S, auefle ferito il Crocifido . P. Padre, e vn peccaro d'Inquifizione , € d'ercáa. C. Via figlio, dica, che peccato €? E' per avuentura qualche brutcura commefía con» qualche Beltía 2 P. Padresi. C. E quefta brurrezza ricuíana di dire? via, che a quefto rimedieró io, fenza ricorrere ail Inquifizione . Mi dice, quante volte ha commefo quefo eccaro ?Sará cento milla volce £ P. Padre nó. C, Saranno due milla volte é P. Non tante, Padre . C. Aduaque quanie laranno poco pil , O poco meno ? P. Padre, tre, ó quattro volte. C. E V.S. nel d:corío di queíta confellio. ne, d auanti di veoire a' miei piedi, aucua ¡n. tenzione di confefar quefto peccato ? P. Padre noo w'acrccucal di pura vergogoa, penfando che mi doueñe metcere nelle mani dell'Inquifizione. C. Sappia, che vinena ¡ngannato , perche il Confefore, benche feoza erclic dal penitente, non puo merrerlo all'inquilizione ¿ poiche il figillo obbliga firertifimamente a aon dir Co- fa che fente nella coof:ífione + olere di che il peccaro , che VS, confelía , non e erelia 5 folo fuole eflere rifernato agli Ordinarij in alcuni Veícouaci ; ma qualuoglia Confeñore ap- prouato puó in vir. ú della Bolia afsoluerlo: V.S. ora saccuía della dercrminazione , ches aucua di tacer quelto peccato , € ricenere indt- gnamente quefto Sacramento deila penitenza, uel quale commecrena vo facrilegio ? P. Padre si, d'eíso m'accuto . 14. C. E V.S, (1 farebbe comunicato, 4uetn- do taciuto quelto peccaco $ P. Padre si. C. Anches'accuía di quefta volontá , che aucua di comuvicarí io male (tato, nel che commerteva vn'alcro facrilegio ? P, Si Padre, di turco m'accuío e C. Anche s'accuía adcíso nuouamente di tutto quello, che auanci m'há confelsato 1 P. Padre si. C. E di tucco il confelsaco ora, 8 auanti, fi pente di nuono di curro cuore , € propone di veramente emendarí $ P. Si Padre . C. Hániencalero da dirmi? P. No Padre, non ho altro , C. Noa abbia vergogna, dica per amor di Dio, ft ha alera cofa? Noa fi lafci vincere dal Demonio: gia ha veduto, che io non Pho trateato COn afprezza , ma Con tut amore . Pp. Padre, quetto e quello, che nvha ¡ndot» to a dire queña cojpa si grane;e creda V.Bo 203 che fe auefíi alero , lo direi.. 15. Anche quefto peccaco, che ora hó Con= fcflaro ,in alera occalione lo confeísai, e per auermiderro il Confefíore, che era necefsario andará Roma, non mi foa'arrencato mai pid di confeísarlo . ¡ C. No, figlio , non fi di meÑieri andare d Roma, io poíso aísolusrlo da quefto peccaro. Aunuerta il Confelsore per amor di Dio á que. fto ponto ¿ perche io ho incoatrato molte aní- me , che molto tempo haano raciuco i peccati in confeílione , per auer detro ad e(se il Con- f:fsore, che fe noo andanano a Roma ,o0on potcua alsoluerle dal peccaro di beftialicd, O lodomia ;ignoranza troppo craísa , e colpe= uole ia vn Confeísore? Poiché in Spagna puo qualíiuoglia Confeísore approuato dal: O :di- nario in virtú della Bolla afsoluere da tucce le cenfure, e cafi riferuati, ecceteo dall'ereñas eterna; e di queíta aísolue il Fribunale deil' in» quifizione in Spagoa; 8% a qualliiuoglia Con. feísore ¿che dimanderá la licenza al Santo Tri- bunale, fe gli concederá facoltá per afsoluere dail' ereñia . Ma, come ho detro,- la beftia- lid non € riíeruara al Papa, ue al'loquiñe ziont. E quando viene alcun Penicente con Áimi- gliani peccati, e necelsario auimarlo , e far- gli cuore, dimavdandogli, fe Pha commeíso in numero eccefñiuo ¿ come fe 1'ha commclso cento milla volce , accio cosi p gli animo il Pg- bisente, e peníi, che il Confeísore aca (1 (pa- uenca delle fue colpe, ne Gi fiupilce . 16. Quello , di che, quanto polso , prego i Confeísori, e che fijno affabili co” poucri Pe- nicenti: non liriprendano con alprezza, non li ticevano con fenericá, ne moftrino di llu- pitú delle lor colpe, ma con'iderino la lomma fragilicá della mifera natnra vmana ; c che fe Dio noo ci foftentaíse colla fua mano , Íaride mo tusti peggiori de D:mon'j + e veda il Con- fefsore, fe egli (1 ricronafse nsilo ltato del Pe. nicente , vorrebbe, che il Confrfsore lo rice. usíse conamores Adunque, le íu vorrelti ef- ferriceunto con amorc, conlidera, che Dio ti comanda d'¿mar il proffimo,com: ce lie[sos R:Becti, che il Peoicente E uo Promo, e pe- ró quaudo viene a' cnoi piedí, ricenilo come profíi mo . Auverca il Confefore , che nel Sacro Tribu- pale delia Confelione rapprefenta la Perfona diDio;efela Boncá Diuina nel lao Tribuna- le jaclina pid alla piecá, che al rigore, deue il Confedore fare lo flello ; che alcrim:ncas non feia vero Luogoreacace, e Solticuco di Dio. Si puó bene , € G deue, far capire al Peniten. ce la bruccezza della colpa , proporglila gra- uezza del peccaro , e l'orrore dell offcía di Dio; ma ha de faríi con parole dolcj , € pentrranci, CC 3 am- a A AAA Ak - o el Mon A : a A a m.- ei >
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