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Capitolo IT. Della Mormoraziont » ché Pinfamato há commedo il delito da Luo. go pubblico ; perche ¡a gueto cafo há fatro ceffione della fua fama , poiche G € eípolto ad evidente pericolo di perderla ril che non 2u- viene, quando ptr fama se pubblicaca la fua infamia . 12. P. Padre m'accuío , che hó auuto fof- perro ,che vna Donna masicaca vinefíe male, e''hó derto á miei amici.. C. V.S.l'ha affermato , come cola certa, d pure come coía folamente fofperca ? Pp. Padre ,¡o ho folamente derto , che aue uo foípetro della coía . C, Suppofta Vopinione riferita di fopra , che il foípetto temerario non € peccato mot- tale, il che diffende ( fuori de” giá citaci ) Lay- mao lib, 3. Set. 5. Tralt.3. Po 2. CAPo Lo Me 6. 8 alcri, che cita» e iegue Diana p. 3. Trato 5. refol. 3 1. puo inferirli , che né meno il riferire ad alcri il fofpecto farebbe peccaco mortale. PerciocLe per queño il fofperco non é peccaro mortale , perche determivaca , de atíerciua- mente non giudica male del proflimo , ma lo- lo v'inclina: Acqui, quello , che riferiíce il fofperro , che há farto , non dice determinara, er afierciuamente male del profíimo , ma [olo inclinano a quefto le fue parole: Adungue , le il fofperto temerario , che fi fd de] profimo, non € peccaro mortale y pare, che ne meno lo fara il riferire a gli aleri quefto fofpetto » 13. Ma jo non hó per probabile , né prati. cabile quefto difcorlo , fe non con queita di- finzione : 9 che il fofperco fi riferifce á períone intelligenci , che fanno eflerui differenza frá il foíperto , e il giudicio , O no: fe fi dice fra períone, che fappiano prendere com: loípeteo, c:0, che per ale ad ele ( dice , il dirlo non la rá peccaro mortale, perche in vircá di quette parole, folo arriueranno á fofpertar male del proffimo ,e non a far giudicio cerro del loro esrore : Arqui, che gli vdicori folpertino mals del proílimo , non e materia di peccato MOr- rale: Adunque né meno il fara il dar loro occafione di fofpeciarlo ,tifereado il foíperto fatiO . Ma , fe le perfone fono rai, che non fappia- no diítinguere frá giudicio, € fofpeteo y fard p<ccaco mortale il riferir loro il fofpetro , Che io fó . Perche accenca la lor peca capacita, alle efe fi da occalione, € foudamento , di credere decerminacamente male del proílimo: il dare occafione a chi lente , di giudicar male del profimo , € ptecato mortale : Dua- que anche lo fará il riferire il fofpecro á perto- ne, che non fappiano diftinguere il foípereo dal giudicio . E Pelperieoza ciofegna, eJerui molti, che hango perío la fama , enoo Á sá chi fia lAutore del danoo , Má folio Ki fondo il fuo principio la en foÍpetto , che vno ha faro, € di poi Pha riferso ad aleri, e quefti, «si, quaotunque quelto non peccalle in rióto 93 come che aca faoao diftioguert fra fofperto , e giudicio , quello, che hanao «dico come fof- perro , affermano di pol Come certo » 14. Contro quefta dotrrina pud opporíi quelo s'é rifcrico di fopra, doue 6 dile, che chiriferifce ad aleri quello , che s'e vdito da períone di poca fede, non pecca mortalmente, benche alias gli edicori per loro leggicrezza (3 perívadano ,e faccino certo giudicio ,che fa- ¿ vero queilo loro fi dice + e fuori de” DD.che auaoci riterij, Paffermano 20co altri , che ci- ta, é approua Diana part. 2. Trat. 5. refol, 28. Aduoque ne meno fará peccaco morrale il tiferice il fofperco á perfone di poca capacicá, che per diferco di quefta fi perfuadono efler certo quello , che vdirono eome dubbio . Pro- vo la conf:guenza ; nel primo calo non w'é peccato , quantunque, atecará la leggitrezza degli vdicori,danno credito a quello loro Á di- ce; perche il mociuo ex fe di riferize quello s e vdico da perfone poco degae di fede, noné bañance, per far queto giudicios Acqui il foípetro ex fe none baítante accio gli vditori diavo aifeoío certo a quello , che lentono « Adunque, beuche quelli per laloro poca ca- pacirá fango gindicio decerminaro , 100 fará peccato mortále , 15. Riípondo in primo luogo , che, quan. ctunque von fia concro la giultizia il riferire Pyvdito , come tale, d perlone leggicre, che per lor facilicá gli daraono credito; € peró psccaro contro la caritá , led Leflio lib. 2.cap» 11. dub, 5. 2.25» Secondo rifpondo: dato , che anche ¡a que. flo non Ñi peccalle contro la caritá, (1 pecche- rá in queíbaliro. E la difparitá coníiile in quetto , che quelio , che feote ció, che vo'al- tro riferiíce ¿come vdico da perfone poco de- gue di tede , gia capilce, ed iatende il motino, che non e fufficiente per giudicare determi= natamente male del prollimo, e deuc imputan re á fua colpa, e malizia , fe dá afeofo Cerco, quando ¡il fondamento , che fe gil propone, non e fufficiente: ma quello, che etleado di poca capacicá , fente il fofpecto , nou capiíce ció, che fene, come fofpecco ( poiche [up- pongo non fapia diítingucre da foíperzo á glue dicio ) ma folo il capifce, € fente , come gí0- dicio , e y'é meno dittanza fra il giudicio , de ii fofpetco , che frá il giudicio, de il foodamto- to, che folo riferifce le cole, come vdite ; e co- ¡5 rirs quello , che há vdito. da períone di poca fede, peecherá quello, che riteriíce il fuo fof- perro á perfons , che ftimano giudicio il Lol- perro . Bb CA-

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