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182 P. Padre ,hó per mo!ro certo , che gli ab- bino prefo aleretanto , fe noo piú , che io, per- che cialcheduno dana di mano a quello , che poteua auere., CC. Adunque fe efi non metrono ¡a conto quello , che hanno rubato, ma entrano in parte vguale , puó V.S, fare lo (tefo . Fagun- dez in 7. Decalogi lib. 7. cap. 3. n. 6. Coía , che fuole fuccedere frequentemente frai figli di fa- miglia, che gli voi,.e gli aleri fogliono rubare a' loro Padri, ora frumento , ora olio , vino, Wi alrre cofez e quando fono dá dividere laz. zenda , turricaciono , 8 ia giulla ricompenía del danno , che vno fece all'alero , non fanno menzione di quello , che ciafcheduno prefe . Et i Padri, come difli auanti, folo quanto al modo fogliono eflere iouici , quando quello, Che (¡ prende, € per impiegarlo in cofe vtili, di veltirí , e Goiglianti. 185. Peró anche puó con pid ficurezza ag- giuftarf quefta quantitá ; perloche € vecefa. rio fapere , fe V.S, hi feruito fuo Padre in al- cun tempo. P. Paúre si, 1' ho fernico quattro anni, Icufandogli d'vn feruo co'l mio trauaglio, e feruitd, C. H Padre pago á V.S. la feruicú , che gli faceva ? : P. Padrenó,non m'ha dato alero , che gli alimenti. C. Adunque folo per queño titolo porreb- be V.S. tratceneríi quefta quaotirá, perchee opinione comune , che il figlio di famiglia puó dimandare á fuo Padre , al qualeferue, lo fi. pendio, che darebbe al ferno , che lo ferui- rebbe come lui;efe il figlio non s'attenta di. mandarlo al Padre per timore rinercoziale ,ó perche il Padre non vorrá farlo , pocrá il figlio ocrulcamence ricompeolarí. Laymao lib. 3. Trat.4.cap. $. num. 12. e colla comune il P. Moya nelle Selet. Trat. 6. Mifcelan. difp. 4, queft. 1.num, 2.05. 186. P. Padre m'accuío, che vn'alcro pa- rente di mia Madre m'ha laíciato veoci ducati in danaro , io anche queíti ho (pelo fenza contenío di mio Padre . C. Glitli diede per cauía di fua Madre ? P. Padre si. €. Perrifoluere quelto cafo, noto, che vi fono tre forti di frurciz alcuai fono puramente natutali,alcri mili, 8 alcri iodufriali: ina. turali fono quelli, che rende la terra feoza colcivo vinaco : v.g. Perba de prati, le piante de” monti, e delle (ejue + i mii fono quellí, che produce la ierra ajucata dalla cooperazione degli haomioi: v.g. il frurco delle vigne , femi- naci,e la conduzione delle caíe, € añiarali: gl'indoftriali fono quelli, che folamente pro- cedono da!induliria ymana , e non dalla E. «ondirá della coía : y.g. il danaro » Che € di (ua Trattato V I1. del V'IT.Comandamento > natura ¡nfructifero, e vmana indufria lo fa fecondo co'l negoziarlo . 187. Noto in fecondo luogo , che queño danaro , che V,S, riceué , fi computa fea ¿ biai aduentizij, per aucrlo V.S, acquiítaro á 10. tuito di lua Madre. Dal che sinferiíos, che V.S. poré leciramente fenza far aggranio ¿ (uo Padre Ípeadere quelto danaro fenza uo Con. fentimento . Perche ne beni auusacizij ha il Padre lolo l'vfofrutro, S il figlio il dominio directo : Atqui il danaro non puo aucre efo- frutco , per effere infrurruolo ex natura fuaz Adunque niun danno ha apporiato al Paure in fpendere quelo daoaro tenza (uo confculos Quantunque polla elfere peecato contro alcra victú , fe fi € fpefo prodigamente ; K ¿uco po- te farfi danao al Padre, le fi crouana ia cam. bij , O altri contratti , ne quali colla íua indu» fria poreua far feuccifero ¡il danaro . CAPITOLO. Vil. De' Furti de" Mariti rifpetto alle Mogli . 188. . Padre m'accuío, che in diuerti. p menti, 8 ví profani ho coulumato alcuvi beni di cala, C. Quello, che ha coufumato , era della dote di fua moglie? Perche, quancungue al marico abbia (mentre vine )l'ammioi'irázi0- ne della dote; il dominio peró € della mo0- glic,e morto Jui, € obbiigato relticuicid ¿de tiera, P. Padre non era della dote . C. Era de' beni acquiítati , P. Padresi, C. Era cola di rilieno quello, che V.S- ha confumato ? P. Padre si, e faca vna grofia fomna , C. 1 beni acquiltari, che il mariro, ela moglic haano aumentato conítante il matri- monio , fono comuni ad eotrambi; equan- tunque il maárito v'abbia l'amminiltrazione, pecca contro la gíuftizia, e cemperanza, ía Ipenderliin wf ilecici, egiuochi . E benché Nauarro nella Somma cap. 17. num, 135. ¡imf0= goi , che il marito non e obbligaro á relticui. re alla moglie quella parce de' beai acqui:t aci, che confumó , 6 bene, Y male ¿ perché folo s'intendono per beni auanzati quelli, che fi ri. trouano al tempo del diuorzio , O morte ; pe. ró quefa opinions di Nauarro € contro la Cow mune , che dice , che il marito e obbligato á rellicuire alla moglie quella porzione de' beni auanzaci, che le coceano, quando il marico li confuma ía vá illeciti. Piecro di Nauaxa lib. 3.cap. 1.num. 114. Couarrubia, 8 alcri, che cita ,e iegue Villalobos part. 2. Trat. 13. dific. 91m. 3. Ec € la ragione ; perche quello, che diflipa qualche cofa d'alcri contro la vo- lon:á

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