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Capitolo VI. De Furti de figli di Famiglia”. N2 beni cáfirenf, ó qual caltrenú biil figlio dominio, 8 víufrutro, e puo a fuo piace- re indépendeoré dal confenfo del Padre fpen- derli in ginochi, ricreazioni, donaciui, Sin tucro ¡lrefto, che vole, fenza contraueniré alla gioftizia , 179. P. Padre, ¡o ñón 2ueno di queña for- te de' beni, folo aueno vna vigna, che mi lafció vn frarcilo di mia Madre , dz vn' alcro pezzo, che auco mi lafció vo fratello di mio Padre. C. La parce, che gli lafció il fracello di fuo Padre, fi per cauía difuo Padre? P. Padresi, portaua fiogolaramoredá mio Padre, €: a [no riguardo me lo laÍció , C, Ela vigoa , che gli lafcio il fracello della Madre fú anche per rifperro , e cauía della fea Madre? P, Padre si: perché efía nelo pregó , e per- che gli porcaua grand'amore , me la lafció , C., La parce lalciacagli dal frarello di fuo Padre, firepuca fra ibeni profectizij;s di ma- niera , che tutco quello , che il figlio acquifta per cauía difuo Padre, fia per cetamenco, Ó per donazione , d amifid, fe gli é dato intuita Patris, fi chiama bene profecrizio , 8 in quello há il Padre il domivio , dx víufrutro: equefti beni profectizij folo feruono al figlio per quan- do ficonfifcano per qualche delitro ¡beni del Padre , che non ponno confifcarki i beni profe- tiz:j de! figlio; confta da] Tefto Ciuile, e lo tiene Piecro di Navarra lib. 3, de refl. cap. 1.1. 24» Silueítro verb, peculium q. 3. 180. La vigua , che á V.S. diede il.fracello di fua Madre fi repuca fra ¡beni aduentizij : Di modo che , tutto quello , che peruiene al figlio della Madre, O per fna cauía , fi chiama bene aduentizio ; € in queÑi beni il figlio ha il do- minio, € il Padre l'+fufrurco ; e morco il Padre refta nel figlio il dominio, € vfutrucro, Dal che s inferifce , che , fe il Gglio prende á (uo Padre i beni profertizij, peeca, e hiobbligo direfti- ruire 5 perché di cali beninon ha il £glio ne dominio, ne vínfrutco . 181. Sinferiíce ancora che, fe viuzndo il Pa- dre, prende il figlio, O fpende i beni aduenti» zj , pecca, 8 € obbligato á refticuize , non la proprierá, perche quetta e lua ; ma l'rfufrutco, che il Padre aucrebbe canaro da efli beni ad- nentizij; V.G. quetta vigna, che V.S, ricené dal frateilo di lua Madre, eche fi repuca fra' beni «cuchtizij, nppongo , che rendefie dodeci mi. fure di viao Panno ¿ ogni mifura fi venderebbe 2 quaraora reali; Sarcbbe V.S, obbligata a re- tutuire á fuo Padre ogui anno,quello,che mon- rallero le dodeci mifure di vino ( deducrone le fpefe , che il Padre auerebbe da fare nel colciuo di derra vigna') fe V.S, vendeffe, O giccalic a male dería vigoa, Pero non farebbe obbligata á refticoire ¡l prezzo, che importáua 12 pro» pucsá della vigda, perche quefta e del figli 181 Sicché non auendo V.S. beni cafirenñ, 9 quííi caftreafi, non poreua rubare á (uo Padre quefti cioquanta ducati, e deue refticuirli, fe peri priocipij feguenti non e Ícuíara . 183. Mi dica, le V.S. auelñe decco d fuo Pas dre, che gli perdonade quetti cioguanta ducati, il Padre l'guerebbe farco ? P. Padres]. parche aYhd fempre portato va fogolar aff:cco » C. Benché la donazione, che H Padre fi al figlio ,V'irrici comunemente la Le232< Ciuiles ptró morto il Padre li conferma decca dose zione,íe la lomma d'e fa non eccede quello, che le Leggi mvinicipali permetcono . la Nauarra é miaor difficolcá , perché we molca liberca jo maceria de reftameaci, poiche de' beni, ch: noa fono vincolari á cicolo di maggioralco, poauo i Padri inftiruirerede qualñuoglia ftra- nierz, lafciando 4*figli, 8 alle fizlic il con. gruo , edoce fufficiente , per accalaríi deceare- mente . E poiche V.S, prefume dal! afecto par- ticolare,che fuo Padre gli portaua, ch: gli aucicbbe condonnato quefti ciaquaata du. caci, relta V,S. difobbiigata dalla refticu. zione . Doctrina, che deuono notare i Confefori per alcuni Nipori, che rubano 2* loro Zij cerce cofe minute , i Fracelli miaori a* maggiori,e prudentemente (i prelume, che farcboero loro condonnazione di cali cole i Zij, O fracelli, fe'l fapeílero , e che quoad fubltantiam , non fas rono invici, ma folo ia quanto al modo ; e per * aucr mancaro in quefto, fará peccaro ve» niale . 183. Vaa limitazione puó autre la dottri- na derta , e la pondereró in queda dimanda, Mi dica : queñti cinguanta ducati, che V.S. pre= fume, gli aucrebbe códonnaco fuo Padre, lareba bero di dáno a'fuoj frate!li,ó alle fae forelle per accalarfi decentemente? Perché con decrimena to degli alimenti,ó dote degli alcri figli, non puo il Padre fare fimigliaaci condonoazioni . P, Padre, non ofante quelti cioquaata dus cati, reftava 2 miei feacelli , e lorelle baftance, e cougrua doce; má hó vn fcrupolo fondato ja quefto , che mio Padre nel fuo teftamenco diípofe, che nella fua azzenda , aucfícro cueci jíuoi figli parce vguale: deuo io computare nella mia parte icinquanca ducati? C, Non oíta queíto a che V.S, poÑía encrare in parte vgnale co'fuoi fratelli , quando pre- fume prudsacemeate, che (uo Padre gli auce rebbe condonnato i cinquanta ducari; perché fuppoíta quelta prelunta donazioae,la volone tá del Padre larebbe, che del refiduo li facelle arce vguale cra* fuoi figli.. 184. Peró per proced:re con maggior ficus rezza, mi dica V.S.sá , che i fuoi Fracelli, co. melui, abbino rubaro qualche coía a fu0 P2- dre? P.

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