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Capitolo Y. Parte IX. De” Contratti 175 n. 3. Puó anche la donazione efsere femplice, reciproca, O antidorale: La femplice e quella, che fi fa per fola liberalitá; La reciproca ey quando due, d tre, O pin perfone, fi fanno mutuamente donazione; l'antidotale , Ó rimu- neracoria e quella, che fi faja grarificazione di qualche beneficio ricenuto . Molce proliff- td, e le pin, fpercanti alle Leggi, há quefta materia di donazione, che pet non fernire,, ne elsere nece/saric per i Confelsori tralalciospo- trá il curiofo vederle in Bafsto Verb. Donacio, 8. in Villalobos Tom, 2, Trat, 20.8% in altri Sommili, 145. Emficeufi, EN contraltus, quo Yes ima mobilis conceditur quoad vtle dominium alters , cum obligarjone folnendi peufionem cergis temporia bus Domino proprietatis, Quantunque quefto contratio paia molto fimile a quello di con. duzione, O locazione, O affireo; tucrania ln alcunicafi fi diftivgue da «fi, comeconftera dallo fpirgo della (ua defficizione, Si chiama contrarco, in che conujens J'emficená generi- camente con li altri contrarti . Si dice, quo res immobilis, nel che fi diftiogue dalla condnzio- ne, poicheé in qnefta ponno appigionarí le co- fe mobili, 8c immobili; ma nc embicenfi folo fi concedono cofe immobili. Si dice conceditar gucad vtile domininm z Cio£ , che in quefto con- trawco non fi trasferifce la proprictá delle cofe, ma folo fe ne concede 1 vío, 8 il dominio dell'wtile , che co' fuoi fenrti fi ricene z do che diftingue dal mutuo, e vendica , ne” quali Ñ trasferifce il dominio della cola. S'agginnge, cum obligatjone foluengi penfionem , io che fi Al» fingne quello contrario dal commodato , € precario , ne quali fi concede graziofamente Pvfo della coía ¿e queña penfione puó pagaríi indanaro, o in alera cola ye fe 'Emfitenoa e negligente in pagare la penfione, cade in com- miíso , e ritorna la coía co” fuoi miglioramen- ti al padrone d'efa ¿e pro daríi la cofa in em- ficcuhi per dieci, O vent anni, 6 per due, O tJe generazioni, O perperhamente , 146. JiFendo e vn Coniratro molto fmi- plianie allemáicevfi , e 6 diflingue da quello in gueíto, che nellermficenk fi paga al padrone guaiche penfione reale, in dabaro, Ó frutti; s a nelfendo la penfione, che fi paga, € per- fovale; e fuole definicfi in gueto modos Fem” duw efi contracins , quo res immobiles conceditur alteri quoad dominivon vtile pro fidelitate , ferni- r:oque perfonali exbibendo Domino proprietat:s; reliano Ipicgace le parcicole di queñta defini- zione hel numero preceden 5 e fopra le parole pro fidelizate, fermtioque perfonali exbibendo , di- co, che in Juogo della penfione reale , che $5 paga nell'emficeuá, fi paga nel feudo la Íerui- tú perfonale , e fe non fi dá al padrone queño oíiequio , fi perde Jfcndo. PARTEIX De' Cuflodi delle Porte, 0 fia de' Porti» 147. . Padre naccufo » che ia Cerca oc. p cafione pañal vna mercanzia di contrabando , feiza maniisltarla albanco, C. $ incontróo V.S, colle Guardie , Y Cu- ftodi? P. Padre si, C. Saggiuñio con efi, accio glilafciaflero pañare la roba di contrabando ? P, Padre si, diedi loro quattro ptzze,€ con quelto mi lafciarono jo pace » C, Furono Je Guardie Belle , che jodufiero V,S, a dar loro qualche cola, con chela la. (cisrebbero pafare ; O pure V.S. pregó quelle á lafciarla paifare , che ad efe anerebbe dato ls guariyo pezze? P. Padre ¡jo pregai efe, che difimula de. ro, cfferendo loro quefto danaro , C. Per rífoluere quedo cafo, fuppongo in primo luogo, che frá i Cuítodi , 6 Guardie, e quetii, che hauno ad affi:to le Gabrile Reg. gie , Ínole elerni vo concrarto di conduzione, 9 locazione, nel quale f obbligano detti Cu» Rodi á fernire con fedglta, e cultodire con di- ligenza i Porri ; £ per eflerpi con detti Cuttodi oueñta (orte di contrato , m'é parío bene trata rar gu) queña maceria fra eli alcri contracci, Suppongo in fecondo Juogo , che i Cuftodi abbino dato egiyramento al Principe, O Repu- blica dreffer fedeli nel Joro rfficio ; come dice Machado Tom. 2, lib. 2. part. 3. Trat. 3.docum, 3.n. 2.Suppongo in terzo Inogo » che l'iadur» re vna perfona A peccare, € peccato di can» dalo ; come dicono i Dorroti tutti» Suppofto queíto , dico , che Y.S, peccó mor» talmente io indurre cf Cuftodi á diffimulare con V,S. Er £la tagione, perche i Cultodi in quello peccarono mortalmente contro jl giu. ramento, che zuenano dato d'efercitare con fedelrá il loro víficiosAdunque anche V+S.peecó mortalmente in indurneli, : j 148. Alera coa farcbbe , fe i medemi Cufto- dif foflero offercifenza elserni da V.S. indot- ci,a non mavifeftarlo, fe dana lore qualche cola; che in quefño cafo non farebbe jllecico dar ad efi quel danaro , e feruiró della loro malizia per weilicare le Melso . Linferifco con chiarezza dalla dottrina di S. Tomafo, Valea- za, e Suarez, che cita, € fiegueil B.P. Fr. Lui» gi di Saragoíx nel Trat. 273. de Sacram. in gene- re, difp. 5. Seft. qm. 36. che infegoa efier leci- ro dimandare 'amminifirazione de” Sacramen- rial Minifiro efpolto, e preparato, benché ral Minigro abbia ad amminifirare il Sacra- mento iu male flato ; oclia guale dortriza 00» do ' 1d ' ' Tui a a = —

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