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174 trafportar il danaro , e per Piodufria , colla quale jo lo tenevo pronto nel Luogo , nel qua- le l'altro 2ueva da riceuerlo « 140. C.E'lecito 21 Cambifta riceuere qual. * che coía per il cambio , per il quale riceuendo k di prelente il damaro in vn Luogo, lo dá ia wo'alero , liberando con quelto quello , che ri. ccue la lercera di cambio, dalla farica, e perio colo di portarlo , e dal riíchio de* ladri ; per- ché queñta ed induftria dei Cambilta, € € pre- tio eflimabilis la diligenza , e farica , colla quale tiene pronto il danaro nel Luogo, nel quale Yaltro n'ha di meftiere : € in quelto cafo fono imbeuuti tre contracri; l'voo, ela permuta. ziont del daoaro per danaro; l'altro , € dí con. duzione dell'iodufiria del Cambiñta per il preza 20, Che ricene; e 1 vitimo d' aficurazione; parche con quelto mezzo non corre rifchio il danaro di perderfi per ftrada . Vedafi il Re- uerendo Padre Torrecilla vbi fupr. n. 1- (5 fcq. E quefto guadagno porno fare non folo quel- li, che fono Cambilta per víficio, ma anche quelli, che no'! fono per víficio ; c me dice Villalobos fupr. diffic. 3. n. 8. con quetto pero, "che non vi fia qualche legge parcicolare , che'l proibiíca . 141. ll contratro di Compagnia , O Socie- tá Efl duorum , vel plurium conuentio , bónefe contrafta ad vberiorem quefum , E lucrum com. mune . Si dice duorum vel plurium , perche que- fto contratro ponno fare due ptríone, tre, 0 quattro , O piú. Si dice conuentio , in che con- ujene la compagnia con alcri patri, e conaco- “zioni. Ef dice honefié contraíta , per dar ad intendere ,che quelli, che entrano ¡a queño contratto, non hanno da procederse con in- ganvi,ó frodi,né procurar il guadagno per “mezai jlleciei, ó contracti proibiti. Sidice an- coad vberiorem quaflum , perché il contrario dicompaguia , del quale qui fi parla, non e la compagnia d'víbicij, d quella , chef chia. ma inter fratres, ma la quefluofa, 0 lacrariua. Aggiuogel (7 lucrum comune, perche, fe fo- lo prendefic il guadagno vno , quale auz(l: po- fto il davaro , O mercanzia, € ¿quello , che waílifte colia facica, fi pagale il falario, che mexica , non larcbbe propriamente compagoía, ana locazione , O conduzione . 1492. Ilcontracro di compagoia puo fará “ja mole maniere; l'vna quando quelli, che s'wniícono , fango conuenzione generale di tut- tiibeni, che Iecitamence sacquitano ¿P'alura “€ particolare, quando due ,ó piú +niícono al- cunibeni, mercaozie, ó danaro , per nego- ziare con qghtilo; O quando vno metteilca. picale, € Valero Piadufiria, e fatica , 0 ambi mercono Pindufiria, farica, e capicale: 8 ¡ guadagoo , che fe nc ricaucrá, ha da partirá frdá compagai, fecondo la farica, induitria e capitale ,<he ciaícheduno v'aucrá polto, 6 fe. Trattato VII. del VIT. Comandamento. condo le parti, che giuftamente faranno con. uenuti fenza dolo ,frode, gd inganno . Chi de- lidera maggior norizia di queño conrraceo di compagnia , puo vedere Bonacina Tom.2.difp. 3. de contrali. q. Ó. per totam . PARTE VIIL De' Contratti di Prome/fa, Donazione, Emficcufi, e Feudo A Promelía Ef deliberata , 5 fpon= tanea fidei obligatio facta alteri de ve aliqua bona , 2 polfibilr. Si dice deliberara , perche quelli , che fono privi di ras gione, non ponao promectere. Si dice fponta- nea, perche ,fe non € libera la promeffa , non obbliga . Dicefi fidei obligatio ,in che Ñi diftia- gue la promefía da! propofito , che queíto non 143. joduce obbligazione,e la promefía si. Si dice alteri faéta de re bona, perche la promefa di cola mala , non € lecita , ne obbiiga ; e per queíta parcicola bona , fi diltingue la promefa fatca all'huomo , da quella, che Gi faá Dio; perché quelia, che (1 fi d Dio, cht € il voto, ha da effere di cofa migliore, che la íua con- traria ¿ma quella,che ( fiallhuomo, bafta che ia di cola buona . S'aggiange Y poffib:ls, perché niuno puó prometcrere cola impoilloi le . Accioche la promela fatra all'huomo ob” lighi, € neceflario, che fia eterna, 8 accer” tara; U anche dopo ch'e acc:tcara ,dicono al- cuni Autori,che non obbliga dá p:zccato mor- tale, ma folo al venialez 11 pit «ero pero e, che elieado di materia graue, obbliga a pec- cazo morcále . Vedaíi Diana part. 2. Trat. 17. refol. 9. 144. La Donazioue , che breuemente diff - niícono ajcuni, dicendo , che ejt datio Liberadis, d¡Majícono eli pida diffafamente, diceado, che: Ef ¿iberalis , (6 irrenocabilis rei propr:z domintj traaslatio. Si dice liberalis, nel cnt con. uiene colla promefa , e fi diftingue dal mutuo, vendira , «e alcri contrazcionerod. Si dice, 5 irreuocabilis , percaé , dopo ch: e perfezionaca la donazione colla configaa della cola, come che le ne crasferiíce il dominio, gia non puo piú reuocaríi - Si dic: rei proprie, perché niu. no puó dare cid, cue aon € luo . La donazib- ne, waé inter visos 5 Valera canfa mo.tis: la donazionc inter vivos E queltla , che ti ta lenza riguardo , ó conliderazione alla mor:e ; di mo- do che , quancungue doueise foprauiuerc il do. nauce , darcboe per farra la donazione : quel. la, cheé caufa mortis, € quella, che fi fin riguardo del pericolo delia morte , ed accioché il donarario la goda dopo la morte del donan- ce. La donazione mier vivos, puó elser: alo» luta , condizionata, modais, ecaulale, come puo vederir ia Bsísco Tom. 2. Verb, Lionatio Me L.

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