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169 lina, Nauarro; 8: alrri, che cita, e fiegue Bafico Verb, Refiót. 1,1. 8. Layman lib. 3.SeH, 5. Trat, 6.cap. 5-5. Supradiétis , E con quefto efempio mi Ípiegheró : Entra vn ladro di notte á rubare in vna caf2, porta vn lume, per ifpia» reicantoni, e cafualmente ferza auvtderíene piglia fuoco in qualche legno, 6 paglia, 8e abbruccia rutra la caía ; queño tale , ancorche dabat operam rei illicite, folo deue reftirvires quello, che rubó, non peró i danni della combutione , perche queiti fono pratcr imten- tionemn . 85. Etancora , dato il caío , che voi anelte obbligo di reflirvirei daoni del feminato, non doutrefte reflienire turro quello, che da que. fto auercbbe poruro raccogliere ¿lfuo Padro. ne, fe foíle arrivaro d perfezzione , $ a tempo d'efer mietuto, ma folo quello , che allora í edimaus, e valena la Íperanza , che promette- ua ilfeminato . Lefo lib. 2. deinfirt.cap. 11, dub, 319. perche i beni in fperanza vagliono meno ,che in pofitíione: Sed ficeft , che ques fo feminaro era vn bene in Íperanza : Dunque ha da cftimaríi meno, che (e giá foitin pol- fefione , 26. P. Padre m'accufo , che ad vn Lavoras tore rubai vn manico di Ícure, con animo di refticuirglicla il gioroo appreflo ¿ e nel mio Luogo era vna Scomunica contro quelli, che rubauano . C. E per auer voi pigliato quel manico , la. Icio il lavoratore di trauagliare quel giorno 3 P. Padre si, C. Dicemi ,era gueño pouero giornaliere, che colla fua giornata foftentafle la fua fa. miglia? P. Padre si, C, la primo luogo, il pigliare vna cofa d'altricon animo di ricornaria fubito al fuo Padrone none furco, fe Peffer privo della tal cola queíto breue tempo, non há da danoif. care al Padrone. Cosi l'infegna Granado, apud Dianam part, 3. Trat, 6.refol. 35. Peró per efíere prouenuto a quefto giornalicre dal! aucrgli leuaco quefo manico difcure, ¡l dan. no di perderela lua giornara, econ queila il Jofiencamento della fua famiglia (che riíperto di perfona tanto pouera era danno graue ) per queña cauía voi peccañe mortalmente in auer rubato quefto manico di Ícure , 87. Mala Scomunica , che € promulgata nel voftro Luogo contro quelli, che rubano, non gid liga voi, perche nel vofiro furto han. mo da confiderarfi due cofe: "vna , la ragione di furto ¿e Valera la ragione di danno , che dal furto rifuleo ; Vazione in ragione di furro , A peccaro veniale , quantunque in fpecie e ra- gione di dannificazione , fi morrale ; e poiché Ja Scomunica Íí promulgó contro quelli, che embauano ,€ bo» contro quelli, che dannifi. Trattato V 11. Del V'II.Comandamenta : canino, 3 il furto, che commife ja ragione di furto, fú leggiero, non pocefte jocorrere perefo la pena della Scomunica , che€ gra. ue , € per efler graue ricerca peccaro mora tale. Altra coía farebbe, fe la Scomuvica fofe fulminata contro quelli, che dannificano il Profíimo,chein quefa fuppofizione farebbe incorío in quefta Scomunica , rubzndo á que- fto pouero l'iftromento, co'l quale doucua guadagnarí la fua giornara , edendogli occa= fione di grave danvo. Et € la ragione, per- che in quetto cafo , quantunque la maccria del furco foflc io le materia leggicra , il danno pe- róecra granc; Adunque efierdo folminaca la Scomunica contro quelli, che facenano danno voi vi farefte incorío; poiche eftado ¡il danno grave ¿ela colpa graue in ragione di danno, era materia baítante , e fufficiente peccato, per incorrere la pena graue , comee la Scomunis ca maggiore » PARTE 1X. Delle canfe, che fcufano dalla reflicuzione » tuico fin'a queÑt'ora vna coía ,che hó rubato, C. Gli ha perdonato liberamente il Padro- ne della coía ¡l debito. Dico, liberamente; perche , fe Panel: fateo per violenza , non va» lerebbe il perdono: E dico anche( il Padro- ne )? perche , le quello , che perdona . non € il Padrone della cofa, ma altri, che vi fono in- rereñaci, non vále ¡l perdono, ne la condon» naziont, P. Padre,non m'hái perdonato il debico ll Padront, C, Eracofa, che lei mon poteua refticuira fenza perdica del buon nome, fanica, o vica? Perché¿ non v'e obbligo di reítituire i beni di foriuna con perdira delia fama, fanitá , O vi- ta ,percioche queñe cofe fono di ordine Si» periore, e di maggior ftima, che i beai dí fortuna . P, Padre , fenza perdere cofa alcuna di tute to queñto , poreno reflituire . C. Lafció di farlo, per fapere certamente, che il Padrone della cuía , doucua a lei alera d'rgual valore? Che per modo di ricompenía po:ria lafciarí di reflirnire , come ho detco di lopra part.7.n.67. P, Padre, niente mi doucua il Padrone del- la coía , che io gli rubai, C. Ha tralcurato la reftiruzione, perche, fe Paucíle farta , conofcrua douer efer di pre- giudizio al creditore? Perche, fe dal resticuize la cofa , ha da (cguire , che con quella, o fuo yalo- 88. p . M'accuío Padre; che non hó refti.
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