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Cap. IV. Par. Di quellosehe 15 0/Pasue dinerte sl furtoyo no l man. 153 non bi allora azione, ne dirirco a queña az- zenda ; peró fe queño 6 faceíie con inganao, frode, forza, 0 prieghi importuni , che fi ri- putaflero violenza , in quefto caío pecchereb- be grauemente contro la ginftizia , con obbii. go di refticuire il legato , O eredica alla perio. na, alla qualc il Teftatore P'auercbbe lafciata, fe non l'auefíero impedico le violenze , O frodi; perche , quantunque la tal períona non auefle diritto, ne azione all'ereditá, O legato , aut- ua pero diricro á che niuno con dolo , ingan.» no,frode,0 violenza glie limpedide + Dun- que dec. Sic Villalobos in Som.T om. 2.T raf.30» diffic. Yon. 3.04. PARTE Y. Di quello ,chenon offa, ne dinerte il furtos óno'l manifefia , 57. . Padre m'accuío, che in vna occa= fione vidi, che i ladri andananoa rubare in vna caía, 8 io non li di. vertij , perché mi dicdero alcuni reali , accio- che race » C. Quefti reali, che gli diedero iladrí, li aucuano rubaci O erano fuoi? Che fe folfero ftaci rubaci, non porcua ricenerli con buona cofcienza . P. Padre non erano rubarti . C. Ha vfficio di pubblico Miviftro ¿the do- nefíe diuertire queño furto? Perché non auen- do tal Víficio pubblico , ancorché peeca con- ero la caritá , le porendo oftareá gueño furto, po"! fa , non pecca peró contro la givftizia , nd auerebbe obbligo di refitnire, precifamente, per non auer ojuertito il forros fe 'aueÑe , per non ¿verlo diverito, per aucrlidaro quelti danari, v'e dubbio frá gli Autori. Lefhio de Juftic. € iur.lib. 2. cap. 11. dub. 10. num. 68. tiene con Pietro di Nauarra , e Salonio , che quello ,il quale non diuerte ¡il furro, perche iladri gli diedero danaro ¿quefto fine, € cb. bligato d reftitnire il danno , che quefti tali la» dri fecero, ancorche non fofíe obbligato ex efício ad impedirlo; perche, dice, in quelto caío non fi há folo negativamente in non jm- pedize, ma policiuamente concorre , poiche da acimo al ladro , vedendo, che ricene il da» naro per cacere . 11 contrario infegna con So- 10, Villalobos Tom. 2. Trat.- 11. dific. 7. M.1 20 Perche , non effendo obbligato ex oficio ad ima pedire il furco , ancorche riceva da” ladri dana- to a quefto fine , folo pecca controla carita, neo contro la giuftizia, in non divercirio : né € vera , che quefto fia concorrere politivamen- zc al furco, ma folo negatinamente ¿ poiché í luppone ,che quello, che riceue il davaro, per non impedire il furto, non fitratciened guardare le Ípalle a* ladri, per ayuiíarli le ve. piva la Ginftizia, O per diffenderli; che ja queño calo farebbe veriflima , e cerca la (eno tenza di Leflio , che cooperaua poficiuamente al furso, €: era obbligaro á refticuire; ma quefto non farebbe, per non impedire ¿l daa» no , ma per eflerui concorío poficinamente. P. Padre, io hó vfficio pubolico , per il quale dourno de imflitia impedire queñto furto . $8. C. Lafció d'impedirlo, perche giufta. meote temeva , che l'2uerebbero ammazzaco, O fareo qualche graue maltratcamento alla.» fua perfona , le Pauefíe voluto impedire? Che con danno canto confiderabile della (ua perfo= na ,non aueua obbligo d'impedire quefto fur. to, ancorche fofe Miniftro, a cui de imflitia coccava farlo , P, Padre , ¡o non aucuo timore , che i ladri mi faceísero danno alcuno . C. E poteua dinertire il forero 2 Perche, fe non aneíse potuto , non vera obbligato, ne aucua obbligazione di refticuire . P. Facilmente poteuo impediclo con dar lo. lo due gridi.. C. Edin efferro rubarono ¡ladri in quella caía ? P, Pad:¿ no ; perche volendo aprire la por. ta, fentirono rumore , e fuggirono immcdia. tamente, fenza far dano alcuno . C. Seniua danno fegui ia effecro , anc ra ché gia nellafferco abbia comme(so la colpa cootro la giutlizia in ecchi rifoluro di noaim- pedire il furco y aon há pero obbligo di refti- tuire; poiche aiun danno ne fegui : Se folle (ea guito, era obbiigaro alla reftiruzione, in cafo che i ladri non refticuiísero il danno , che auef: fero fateo ; ma fe quelti per ausr goduta la co. fa rubara , reftiruiícono il danno, lei era líbe, ro dall'onere di relticunite ¿ perche in quefto Ca» lo , efi erano la cauía primaria , e lei la lecone daria: e quando la cauía primariamente Ob= bligara alla refticuzione, fodisfá, refta libera la cauía fecondaria , come s'e decto di fopra in quefto capit. 4. part. 1. 2.37. 59. In quanto alla parola mon manifefans, che fignifica quel!i, che, douendo per fuo VÍA- cio denunziare, 9 manvifefare il furco, Oil las dro, dico brenemente , che ha da difcorrerí lo fieño ¿che li dice di quello, che non impedifce, né diuerce il furco: e perció l'Anuocato, Ó Procuratore, che oon manifefano a' liziganti la giuftizia , O ingiuftizia delle lici , che ltanno periorauolare , peccano contro la giuftizia, con obbligazione di reftiruire , come diro dif- folamente nella 7. part. di queda Prat. Trat. 15. cap. 3. Efeq. E nello fiello luogo trarceró l'ob» bligo, che hanno i Telftimonij , che nou gin» ravo la vericá , e PAccuíacore , che non des nunzia icolpenoli. Ancora comprende quefta parola, non manifcfans , le guardie de* Porti, Selue , Monti, Capi, Fiami, Eicglpn , 0 V 32- mt ._. Ml !l | E 17 Ml ' nz A e ie Tc se gigma A A ee e
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