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Capitolo 11. Del Furto,» foro verb, Debit. difíren. 8. fub m, 1, che nel fo- ro deilá coícienza í fodisfa alla giuflizia , re- fiituendo altra cofa, che fa di vgual valore, bourá ye qualitá ; ma, che fi maacherá alla carita, fe non fi refitnice la medema cofa in- dividuale , che (¡ rubo , guando il Padrone ha pofio ii fuo afferro alla ral cofa; Si che in rurte le opiuioni dene V,S, relticnire la gioja nedema , che piglio; poiche ha ancora in luo potere, 8: Y Padroue di quella w'ha pofto il (no afíecco » ] £t. P, Ancora Padre m'accuío , che in vna occabione, rrovandomi jo nzecllica,rubai qual- clus cola y per riparare al mio bifogao , . Rubó pin di quello, ch'era neceñario per il fouuenimento del fuo bilogno? Perche ic bene in neceffirá eftrema , come diró dipoi, íi polla pigliare Palrruiz ha pero da pigliará Solo quello , che e neceffario , per fonuenire al- la neceflita , e non pih. P. Non piglizi pig del necefíario , al follie- no della tia necellica . C. Ed eracfirema, o folo grane la neceffi. tá, che Y.S, paripa2 Neccilirá eltrema € que]- la, che, fe non 6 foccoire , pariíce pericolo la vita. Grape e quella , che cagiona grande mo!citia alla oarura, o allo faro, come dice Murcia fopra il fecondo capit. della Kegola del Y. F.S, Fraucefto quel). 14. 1. 1- E jo .diró nel T rat. 10, nella fpiegazione della Propofiz.. 36. condannata da Innocenzo XÍ. P. Padre ,non correuo pericolo deJla vita; aucrei pero parito qualche cravaglio, fe non mi toéli ajutaco con quello , che rubais C. Se auríle piglisto quella guancitá con eítreoma neceíicá, pon peccana , né meno era «bbiigaco d refiienire, ancorché di poi aueñe aunco commodirá , in opinione di mokji Au- rorizbenche alii rengavo il cootrario,.e dj- cavo, che s'ha da reficuire , fe dopo s'arriva a miglior fortuna ¿ come puo vederá in Leño lib, 2. de juflit. cap». 16. dub. 4.0 3. Precipue n. 6. Ma anendolo rubaro con folo grape necefh. ta, uon ve dpbbio , che pecco; de il dire il contrario , £ caío condannato da lonocenzo Xi. nclla Propofiz. 36. cirara; econfeguente- sente € cbbligaro a refliruire ( anendone la poíkbilicá ) queña quagricá, che rubó » CAPITOJD e De' Furti piscoli, 12, «Padre m'accuío » che ho rubatro ad vo'alera períona la quancica di ven- circali, C. E' flato ia vna fola , O in piú volre $ P. Padre , in molte volre. C. In quange volre fará Ñato $ P. Padre, ¿a dod:ci rulre » 143 C. Jnalcuna di queñe volee ha mai rubaco la guantica di quacrro reali intieri 2 P. Padre si, vitima rolra , C. La Períona era pouera? P. Pagre, era di mediocre sfera . , €. Inquefla occabione , che rubó quattro ¡ngieri reali, peccó mortalmente » 33. Midica, la prima volta, che rubó pic- cola quantita , ebbe animo d'andar contianao- do guelti piccoli farci2 _P, Padrevo ¿ma folo , quando 'opporty- nicá me ne daua campo , rubano » C, Quel, che ruba cofe minute, le ha 2105. mo dicontinuare ji furci, fin'a maceria grauc, jo ciaíchedun furto piccolo commetre peccaco mortale per la voloncd , che ba ío ciaícheduno di quelli di dannificare grauemente il prof: fimo , 14. Midica, guanto tempo pañaua da yn furto piccolo all'alero? : P, Padre, faranno pañari d'ordiaario dal! vno all'alero due mefi ,e qualche volca rre. C, Quancunque per apanti vi fofis opinio- ne, che quello , che fi rubana ¡jn piccoli furti, non confticuina mareria di peccaro mortale, ne induceua grave obbiigazione di reftiruise; queíla opinione pero al giorno d'oggi e im- probabile , per eflere ftara condannaca da ln. nocenzo X1. Prop. 38. Ció non oftante gludi. £3non fia ¡ocluía nella condannazione l'opi- niooc di Nanarro , de alcri, che cita», e fiegue Tomafo Sanchez nella Som. Tom. 2. lib. 7. cap. 21. ». 10. che, quando da yn piccolo furto all'alero pada vn'anno , non confticuiíce mate- ría grane ; perché per quefto vi G ricerca vna contipnazione morale; quando paña vo'anao da va furco piccolo all'altro , niga vé conti» nuazione morales: Dunque allora non confti. tuiícono materia graue i furci piccoli, le nog quaodo li abbraccia cucci con vn fol'acto di voloorá . 15. E poiche fra i piccoli furci dí V,S. non vifú ctanca diflanza, fi coarinuarono moral. mente ¿e quel! vi¿mo piccolo .furto, che con. fticuj otro reali di quanticd , fU peccato mor- tale , per ricenere li precedenti. Ela ragione € 3 perche ns furdi piccoli, accióche ( conRi- tuiíca maceria graye , balta duplicara quanti- td di quella, che preía a¿Mieme, lo farcbbe; Atquiil rubare quarcro reali ¡ofieme alla Per- fona mediocremente commoda,e peccaro mor. tale + Dunque il rubarle orto reali in canti pic- coli furti , lara baítevole , per cunftjcuire mare- ria di peccaco morcale, 16. Gli aliri piccoli furti, che V.S, ando sonrinuando , dopo di edere arrivaco ad otro reali, folo furono peccaro veniale per fe ia len. cenza di Leo lib. 3. de juftic. cap. 12. dub. 8. n.q4 € dialori, fio'a canto che quelti piccoli forci fuflegucori arriuafícro ad vnire alliene nucua
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