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142 do che con atto' Contrario non interrompa la wolontá : V.G. fe aueudo determinaro di non reftituire , € eflendofene pentito , di poi altra molta ritratró la volontá di reftituire ; in que. flo caío fi moltiplica in numero il peccato , al Jentire di queñi Dortorí. Lugo pero de panit, difp. 16.Se/f/. 14.5. 1. 9.551. 20che io queño caío di riuocare il primo arto con coacraria wolontá , dice , che folo va peccato numero fi conftirnifce colla prima volontá , quando fra Yroa,eValira framezza poco tempo ; Sicome, quello , il quale fi leva dalla menía , con deter. minazione di von pid mangiare , e di poiri- trata la volontá , e ricorna fubito a continuar da mangiare, fi reputa per vaa morale come. fiione: Dunque anche in quelto cafo fará il medemo . 8. C.Midica,i Confefñori gli hanno ordi. nato nelle alere confefioni, che refticuiíca que- fi otto reali 2 P. Padre si. C. Perché non gli ha reltituiti 2 P. Perfcordanza , e negligenza . . C. NonI'hanno ammonito i Confefíori, 82 aviíato , che fe non reftituiva gli negherebbero Pafioluzione ? _ P. Padres]. €. Quante volte I'hanno ammonito ? P. Padre, molre. C. Saranno gia quattro volce 2 P, Padre si. C. Dunque, eglinon confidera ,che ( ren. dé incapace di ricevere 'agoluzione co!la fua aralcuragine ? Perche , come vuole , che jo mi perfuadi, che com»pirá adeflo a quelt'obbligo. direfticuire, le in cante alkre volce, che glie Rato comandato , non l'ha fatro ? ln queíto caío deue portaríi il Confefore co Penicente, in ordine a differirgli '2afolu- zione nel medemo modo, co” quale fi porte. rebbe con quello, che e abirnaco nel pecca- to 3 del che parleró nel Trat. 10. Prop. 60, condannata . E per formar giudizio , fe e negligenza col. pabile,0 nó, di reíticuire , deueil Confefore, fempre che truuerd nel Penicente maceria di furto, dimandargli del tempo, nel quale há eralaíciaro di compice alla (ua obbligazione, e fc e ftato per íva colpa, O per non po- ttic . 9. P. Padre nvaccuío anche , che hó rubato wna cofa di Chicía . C. Quanto potcua valere? P. Padre, vna dobla . C. Erera coía Sacra? come fono gli orna- menti , Caiici, Kc. P. Non era coía Sacra , ma profana . C. Eracoía coufigoaca alla Chicía ; come qualche fupellcrile , O fedie, che vi fi portano, per adornazí la Chicla in cerce Fefte folenni ¿ ó Trattato VII. Del VIT. Comandamento - alcre coíe che vi fi depofitano , O perche , 6 conferuino nel Tempio, 0 in pegao di qualche obbligo, che fi deue alla Chief ? P. Padre , né meno era coía diqueÑa que. litá; ma voa gioja, che. auena cerca perío- na ; gliela rubai, fando quelta períona nella Chieía . C. Suppongo la coipa del furto graue,e l'obbligo di refticuire ; il dubbio € , le queño furto fú facrilegio . Cola cerca e ,che il ruba- re qualche cola Sacra , come Calici , Corpo. rali,0 alcri oroamenti del Culto Diuino , € lacrilegio ¿ed eriandio il rubare qualche cofa, che fía confignata in cultodia alla Chicía ,O0 per modo di depoíiro , 9 ficurca; e olire di guetto , e opinione comune , che il rubare ne!la Chicía vna cofa, che non e Sacra, evone confignata alla cufodia , O curcla della Chie- la , € facrilegio ; perche (i fa ingiuria al Luogo Sacro , iubandovi qualche cola , ancorche non fia Sacra , ne coníignata alla (ua cuítodia . Ció non oftante, Soto, Giouanni della Croce, Enriquez , € aleri, il parere de' quali cica ,e tiene per probabile Diana part. 1. Trat.7. rea Sol. 27.ene' Tomi Coordinati Tom. 1. Trat, 7.zefol, 154. Sentono, che non e peccato di facrilegio il rubare nella Chicía vna coía , che non € Sacra ,ne € fotto la curcla , cuftodia , O cura della medema Chieía, ma che € d'vna perfona particolare , alla quale ¡lladro la ru» ba nella Chicía ; perche in queÑño calo la coía rubata é nella Chicía , quafi per accidens : Dun» que éec. L'altro , perche, quanrunque con que- fio (1 Commetta irriucrenza al Luogo Sacro, ancora vi fi commette mormorandoui , con. fabulandoui , ó ridendovi; E ció non oñante, non e lacrilegio il mormorare , parlare , 0 ri- dere nella Chieía + Dunque ne meno lo Íará il rubare in quella vna cofa, la quale , ne € San cra ,né e loreo la fua cucela, Ocuftodiz. Da doue coníta , che nell'opinione comune il furto di V.S. fil (acrilegio 5 no'! fa acllopioione de” citati Autoti. 10. Emi dica, ha reftituico quella gicia, che rubo¿ P. Padre fin'ora non l'ho refticnita , perche fono pochigiorni, che l'ho rubaca 5 ma pro. cureró pagarne al fuo Padronc il ralícare., C. Noa ha ancora in+Juo potes queñas gioia ? P. Padre si. C. Suppongo ,che quefta gioia (ará qual. che bella gemma molto cara al fuo Padrone « P. Padre si, v'hágraud'affecco . C. E' dubbiofo frá gli Aucori , fe quello , il quale ruba vna coía,debba redicuire la medo» ma cola fpecitica ; 0 febalti, chereftitniíca ala tra equivalente ¡ia valore, boorá, € qualitá. Sono di lentimento Pietro di Nauarra 70m. 2. de reftit.l. 4. cap. 1.0.5. E Vallerio de ”- 0que 070

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