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Iz Capitolo X. De' Confeffori Jfollicitanti ad Turpia Í in eodem genere mali . 171. 11 Genuenfe citrato da Diana nel mede- mo luogo, dice , che quello, il quale prende qualche Giubileo , fi prefiime, che gid ia, emendato . Quefta opinione , há qualche po- co piú del verifimile 3 perche io tempo di Gia- bileo fogliono difporá con piú componzione ¡ Crifliani, per fare vna buona confefiones; maíñime fe queñto Giubileo fofíe in tempo di qualche Miffione , nel quale 4 fonori echi dell” Evangelica Tromba fi fuegliano i peccacori piú afionaati nel profondo letargo del vizio, e rifulcitano molti Lazari dalla morte del pec» caro, alla vica della grazia . Ma é ancor poco ¡il fondamento di quefta opivione , perché oggidi fono molto frequenti j Giubilei in molte Fefte dell'anno : e per le perfone, che follicirano , rare volce e giorno di Giubileo ¿ poiché , come dice il Chrifofo» mo: Quis vnquam vidie Clericum citó paniten- tiamagentem ? 172, Homobono ,Freira , 8 altri , che ta- ciuto il nome cita Diana vbi fupra, fentono, che quando per tre anni há vifiuro bene ¡l fol- licitante , fi prefume ellere emendato : Quefo há piú del verifimile ; e peró molto difficile fa- perfi, feil Confeflore in queño particolare vi- ue bene; ptrche , come il fuo delicro pafía oc- culcamente reftando coperto l'idolo colle peli della confeflione , e molto diflicile á faperú, Le vive bene , ó male il follicitante . 173. Leandro del Sacram. Tom. 1. T rat. 5. difp. 13. quafi. 8. dice , che, £: la perfona lolli- cicara fi coofeísó dopoi tre, O quatrro volce co'l follicirante , e non vede in quello ne af- ferro , né animo libidinofo , í prelume eflere emendaro . Quefño ancora hái fuoi inconue- nienti, perche il Confefore paurolo d'efler de. nunziato puó con inganno difimulare co'l Pe- nicente auanti follicitaro: e quetto lara piú pa- iare la fna iniquitá , che dimofirare d'eficríi emendato , 174. Midica dá queño foggecto diíse V.S. allora,chenon facefe alera volta fimil co- fa , e che nou l'obbligalie piu: a peccare in occafione si Sacra ? P. Padre, non gli difli tal cola . C. Dalora in quá glie 'há decco , e gli há fatro la correzzione ? P. Padre nó. C. Opioione di Ledeíma, Cano , Lopez, e comuneméce de" Tomilti,% altri,che citaMur- cia in difq. Tom. l. 2. difp. 5. refol. 1.1.7. €, che inanzi la denunzia deue farú la correzzio- ne al delinquente, Queíta opinione (i da la mano con quella , che dice, che le il delioguen- te e emendato , ceísa l'obbligazione di denua- ziarlo; perché il fine della correzzione € 1 emenda;: Dunque quello, che dice, che ve obbligazione di farc la correzzioac y 103121 137 che denunzí; , confeguentemente há da dire; che, fe colla correzziont fi confeguiíce l'emen- da , cesa Pobbligazione di denunziare . lUfondamento di quelli, che dicono , che we obbligazione di fare la correzzione auanci la denunzia , fard ferza dubbio; perche la correzzione e de jure Diuino,e la denuntiazio- ne, de jure polisiuo vmano: Arquí, 11 Leggs Diaica prepondera alla pofitiua ventana : Dun. que non deue farfi la denuozia, fenza prima fare la correzzione . 175. Ció non oftante , plú vera mi pare la fentenza contraria di Giovanni Sanchez in Se- leét, difp. 11.1n.56. Villalobos Tom. 2. Trat.4. dífc. 11.81. 3. e di aleri, che infegnano , che ne delicci contenati nell'editro dell 'Ioquifizio. ne non deuc farí la correzzione, ma che l'ob. bligo € di denunziar fubito il colpeuole. La ragioue e; perche nella denunzia Euangrlica, che comanda Chrilo: Dic Ecclefie , deue farki la correzzione , auvanti di denuoziare; econ. feguita con quella Pemenda, cefsa Pobbliga- zione di denuoziare. Mattb. cap. 18. Site an= dicrit, lucratus eris fratrem tuum . Perché que- fta denunzia Euangelica mira all' emendas del colpenoles Atrqui la denunzia giudizia- le , come é quella del Santo Tribunale, non» mira lolo allemenda del colpenole, ma an» che al terrore degli alrri: Dunque, ancor- ché ncila denunzia Euangelica ( debba pre- mandare la correzzione, non peró nella giu- diziale. Ma notifi che, le colla correzzione non fi [pera 'emenda , ia niísuna delle due opi. vioni dene faríi tal correzzione . 176. P. Padre , ¡o ben fpero , che il logger- to fiemenderá colla correzzione ¿ mi dica ,co- me 'hó da fare ? C. Cafo che s'aueíse da fare, il miglior mo- do ¿andar V.S, d confefsarfi da quello , e nel fecreto della confeffione dirgli : V.S. (i ricorde- rá, che oella tale occafione mi follicitó ad tura pie ,abuíaado del Santo Sacramento della Pe. niceenza. Nonignorauva , che á Amigliaote des lito € impolta peaa ; che V,S, ia denunziata alS. Véficio; prima di far io quefñto, mo/so da pictá veogo a farglicos la correzziones, auvilaodolo , che cerchi di emendarí ; ches quando no, flia auuertito, che io compiro alla mia obbligazione , e lo denunzieró [3nza riguardo alcuno . 177. Dopo d'auer terminaca la prima im- prelltone , hó vreduto vna Bolla di Papa Alel- fandro Vil. fpedica a!li 8. di Luglio del 1660. il cui tenose há D. Fran, Verde . Tom. 1. ti! Qe de denuntiat. fogl.38.c 79. nella quel Bolla di. chara Sua Santitá per improbabili, e poto (iure le opinioni, che fcufano, O liberano dall oboligo di denunziare , con titolo di far la corr.zzionc, ó aleri fimigliantl prctelti, Ta matreric apartené:i al Sanco Tribunaie dell Hi- S quil.
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