BCCPAM0001162-4-1600000000000
Capitolo 1X. De” Penfieri, e Pabole lafcives fara,e lontana dal vizio del feofo, € fegno, che il penfiere non fu pienamenre accoufentito; $ al concrario , Íe quello , che há imili penfie- ri,e periona vizioía , la quale, fe piñ volce non pecco ,fú per mancanza d'occafione, ia queño hanno da giudicarf per pienamente 2c- confentiti , Alcri molti fegni di queña ,e d'alere mate. rice ponno vederfi nel P. Tomafo Sanchez, que. le nel primo Tomo della Somma , che tracra del Decalogo , introduce vo Tracraco de*prin- cipij generali etraoícendenci d turco il Morale; Opera degoa del fuo grande iogegao , lomma erudizione , € trravaglio , dalla quale aneranno molco che imparare tucri coloro, che la legge- ráanno ,come da cutre l'alere opere veramen- ce fue. 153. P. M'acculo anche Padre, che hó aca confencito ad alcuni penfieri inoneRi con pie- na anuertenza , 5 C. Quaoti faranno fari? P. Taotine ho auuto , che non mi ara fa- cile il dire a quanci ho acconfentico , C. Quanci n'auerá auuto ogni giorno, vn giorno per P'altro ¿poco pi , o poco meno ¿ P. Padre, ogni ora n'aneno tre, Ó quattro, poco pia ,Ó meno, h C, Ediquelti tre, O guarro, quanti fa. raono gli acconfentiti pienainente con auuer- 1eoza? P, Saranno vno per ora , yo'ora per Pal. tra . C. E quefti confenf erano per modo di de- fiderio , O di dilerrazione 2 P, Alcuni erano defiderij , altri dilerta- zioni. C. Quauoti faranno fati defiderij, e quan» ti dileccazioni 2 P. Padre, la metá dell'vno , e la metá del! aliro, poco piú , d meno, C, Che taco € il fuo ? P, Son'2mmoglíato , C. Con quali oggecti avena V.S. queñi confeníi4 P. Ipiú cum mbliere folura, 8: quoldam cum pertona votum calticacis habeare . C. Suppougo ¿che tanto i defiderij, quan- to le diietcazioni erano peccaro morcale; e che i defiderij aucuano non folo malizia d'adulce- rio, per eflere V,S. ammogliaca , ma aoche malizia di laceilegio quelli, che há auuro col. la perlona , che avzua voto di caítirá . Le di- leriazioni ,benche aueílero la malizia d'adul- terio per efiere Y.S, amnegliara ; fe peró non guardauano la períona , che ausua il voro di caltica, in quanto aucua cal voto, ma in quan- to pulchra <rac, infízenano mol, che von aucuano malizia di facrilegio: il che puó ve- deríi nelle mie Conferenze Moralr Trat. 2. ScéH, 5. Conf. 145. 1. Mm. 16. £7 fc7. done lo trarto e 133 di propofito » P. Anche m'accuío , che hó 2uuto alcani defiderijcondizionati; V.G, fe queñto non fof- fe peccato , lo farei. C. Quefi defiderij condizionati , alcunes volte fono peccato mortale, altre nó , fecondo la qualitá della materia, alla quale mirano; del che parlo neJle Conferenze , nel Jnago ci= rato $. 1.8. 10.07 feq. dove puo vederf ¿che per auerlo colá cratcato di propolico, no" ri- puro qui, 154. P. Padre m'accufo, che hó auuto vo ptibimo coftume di dire parole dishonelte, € porche . C. Le diceua in burla, ó con joteszione Catsina 2 P. Per ridere, e pafariltempo .. C. Quando i Giouani dierá tenera dicono alcune parole , nelle quali aominano pudenda virilia , vel femioea , queñto noa í con danna di peccato mortale. N*ineno quando qualche figlio piccolo di. ce a qualche figlia oneíta qualche parola men» decente per modo di pafarempo , fenza che vi fia pericolo ne ia quello , ng in quefta di qual- che confenfo venerco « Quejlo , ch'g molto riprenfibile e, quando molte perfone ftanno di ípago in conueríazio- ne ,e colá (5 fá ginocare l'equivoco , € frá le ri. la (1 lafciano Ícorrere parole coperce co'] colo» re di burle , ma ja realtá malizioñfime . Se vel molro parlare maj manca il peccaro ¿come teftifica lo Spirito S, Prom, cap, 10. In mulriloa quio non deeft peccatum , € certo, cheja queRe conueríazioni fi commetrtono molriflimi pec- cari mortali 3perche queñe parole equiuvoche dono vine fciatille nella caía della Jafciuia, che abbruggiano le volontá, dz accendono fiam- me (enfuali ne*cuori; 8 d quelti cali há de di:G ció , che dife Chrifto, mio Bene, a quel Des monio immondo Obmutrfce: Marc. cap. L. 155. Supporgo come cola cerca, che fe le parole indecenzi, eguivochs, O mal fonanri K diceno con animo di provocar á male, lará peccaro mortales; e lo fteño €, quantunque non fi dicano con queft'animo efprello , fe conofce, che á chi le fenze, haano da egere occafione di peccato mortale; in quefti due cali aueranno la malizia dello fcaodalo ; poi- che ef dihum , vel faltura rainus reótgm prebess occafionems ruine: Sed lic et, che nerdue caf derti , [ono dFum minis redtum prebens occafio - tem reinz: Aduaque no due cafñ decci, hanno guefte parole la malizia di fcandalo . CA-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz