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Capitolo V IIJ. Del Matrira, Parte X. Della Di/penfa degl'Imped. 123 buona fede , almeno da parte d'vn contraentes con quefto che alla parte, Ch'é in buona fede ñ dichiari la nullita del matrimonio , faltem io generale, come dice Sanchez lib, 8. de matrim, a fp.6.1. 23. Et aggionge Caftro Palao vb; fupra n. 6. chei Nuazij di Spagna hanno [pta ciale facoliá di difpeníare nelPimpedimento di pubblica onctá, non folo dopo ch' é con. iratro il matrimonio , ma anche avanti di cons rracrí, 114, Molte cole fperranti alla materia delle Cifpenfe trateo di propofito nella prima parte delle mie Conferenzg Morali , nel Trat. 3. delle Leggi,Confer. 7. de difpenf. legum 5. 4-1, 272. g fcq,e S. 7. Ue 44. Cold ponno vederfi ;qui roccheró le piú praciche , e fpeciali del prefen. rc allunco » - 115. P.M'acenío Padre, che per contratre matrimonio ebbi bifoguo di difpenía , per ef fermi la donna parente in grado vierato ¿ €la rejazione , Che fi fece al Papa, non fa ín tutto v¿ll» €. Simanco nello fpiegare la (pecie , 9 qua- cá dell impedimento ; Y.6, il grado della pa- rencela , che y'era $ Perche, fe non fi manife- a la qualicá dell'impedimento , € nulla la dif- ponía. 11d pafim DD, P. Non s'é mancato in quefo ; C, Fú Perrore del nome della Períona, 0 Vefconaro ¿come fe per dire, che il conira. ente fi chiama Giovangi, ( dice Pierro ; O per dire, che € del Velcouaro di Pampalona , ( dice, ch'e d'va'alero , Perche 13 difpenía quan- tuogue venghi con queti errori, non e nulla, come dice Diana part, 1, Tra!, 10, refol. 36. e part, de Trat. 3 refol.63, € ne' Coordinad Tome 3. Trát, lo refols 108. ercfol, 309. P. Non vi fú erroce in quetto . C. Fú Perrore nel grado ¿ Come fe per dire, ch'epano parenti nel terzo grado , S'€ derco nel quearco $ Che jo quefto cafo faria nulla la dil- cofa; non pero, fe fofle al contrario ; V.G, ¡e Ñ dicef e terzo, eflendo il quarto ¿ 0 fecondo, endo terzo ; perche difpeuíato il grado pid Die (limo , sintende, che fi difpenía P'aliro, uancuaque fia pit remoto , € non al contia- 110 + Sic Sanchez fupra m. 17.€ 18. P. Nimeno la quelto s'€ fatro £rrore , C. Fu Perrore nella fos cie del grado della pen usia? Come fe per dire, ch'erano con- 1¿0guinel, sE detro, crecidas ao ¡4 Perche uche quetto errore fa nulla la difp: nía, San- £hez ibid. n. 16 P. Ne pur nella fpecie del grado € feguico 1iCITorcs C. Fú per aver raciuco alcuna cofa, che fecozdo lo (ile deila AS Romana, doncua fpicgaras Che, quantenque alcuni Dotrori dicái :0 , ché multa la difpenía , le Gitace quel- o , che fecondo lo fije della Curía fuple pies garf, é pero probabile il contrario , come pud vaderúá in Leandro del Sacram, part, 2, ri 9 difp. 24. q. 48» P. Non s'é taciuco cofa , che fo Curia . C, Aduaque qual fu il diferco feguico nella relazione? P, Sallegó per caufa , d fine d'otrenere la difpenía, che la donna non ausrebbe trouato con chi accafarf , per mancarle la dore, auta- do per alero dore baltance per maricarf, C, Concorrena alcuna altra cauía »perT qua la doana noo auercbbs trouaro Marita » Padresi; percbé, quantunque pri PAN doce, cra pero gid arcempara di mol. to; $ E certo, che non aueria auuco alcro partico , 116. C,Per rifoluere quefo cafo, ha da fopporí, che per difpenfare negli impedimenti del matrimonio , y'há da effere quelch:: cauía giuña ;e quette fono , leuicare gli fcandali, ik cellare per quefto mezzo i liciggi, ele diícor- die, il pos rirronará alcra Spofa, 9 Spolo vguale , che la pareace , 1 gon auere la donna doce, ó douey lafciare di maricarí , p:r edcy deforme, dí molta e:á, O peralcero mozjuo, Si alere canís, che riferifce Villalobos p.t.Traty 33. dific. 26, % aleri Autori, Sha anche de fupporre, che le caufe per difpeníare ,aicune fono finalj, alero impulfjue; po finale € quella, per la quate fi muoue I Superiore affolpramence á difpeníare z di for- ñ che, fe non auefle quefa cauía, non cone cederia la difpenfa y Cauía impulíaa e quella, che facilica il Superiore a difpenfare 3 di moda che, fe mancaff: queñta canía ; concederia con difficolcá la difpenía . Se la canía finale, che s'allega , € falía , la difpeoía € oulla : Ma efica- do vera la cavía finale, queorunque no”! fia l' impulíua , non farebbe la difpenía nulla , 117. Da qui viene, che la difpenía, che V.S. impscra, non fi aulla , ma valida ; quan- cuaque lacanía, che y'allego, fofle il dire, che per diferro di dote farcbb: rimalta fenza Mari- ro la donna, efendo vero, che no" croucria, per ellere moico aunanzaca negli anni, o per altra ragione ; perche la cauía fimale ja queño calo f4, il non rrovare d'accalará cal donna, equeño era vero; e cheil non rrougr partico fia per mancanza della dore , o fia per defor- mirá , per Verd aubaozara , O per alero cicolo, non e cavía finale , ma bensi prona della cauía finale , come dice Fr, Luiggi della Coacercio- ne allegaco, e feguito dal N.R.P, Torecilla nelle pe Confulte Trgte 1. Conf. 9.7. 29€ 39» con Sanchez , 3 aleri Leandro del Sacram. Sup. quel. $2. E 118. P. Padre m'accuío anche ¿ chela don- a , Colla quale mi fon accalaco , tra fizlia d'vna pcia mía Cug ina; equendo (ima adá 2 pet le file defíz

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