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Capitolo 11 J. Dell' Adulterio » C, Sicché in dubbio et , num filios ic (uns, an coniugis illius mnlicris; ha alcun fonda- mento conijciendi funm «x eo quod vatus el poft nonem menfes ex quo accubuic cum ea 2 P, Padre si,ma-hó anche foudamento co- nijciendi effe coningis fui; quia cum eo dor- micbar, 8e cohabirabar , la cafo di dubbio s'ha da giudicare, che il figlio (2 legiccimo. Leflo , Navarro, € Soto, che cica,e ficgue Layman lib, 3. Sel? 5. Trat. 3. part. 3. cap. 14» 2, 13. 5. Sed quid, Villalobos nella Som, part. 2. Trat. 14, dific. 39.1. 5.8% altri. 20. P. Padre , nell altra occañone che con. neríaj con quefla perfena, fon certo ,checon- <epit, E peperic ex me , Conitx enim illius ablenferar , certóque Ício eam cuan nullo alío rem habuifle.. €. Per procedere uella rifoluzione di queño caío con certezza,ha da fupporfi , come cola fiabile,e ferma, che i Padri lono obbligati da. re gli alimenti a' figli ; la Macre e obbligaca a)- lenareil figlio boo á tre anni;8 il Padre da ere anniin sí, finche il figlio colla (ua indu. ftria , e rrauaglio polía alimentar . Cosi dif. finiíce il Tefto Ciuile /. 3. tit, 19. part. 4. Suppongo anche , come coía ferma , che la Madre non € obbligara con fuo difonore, de jufamia á dire á fuo figlio , ch'é ¡legitimo . Ne menoil figlio e obb!igato credereá fua Madre, quale gli dice co'e fpurio, quantua- que glielo dica forro giuramento , o tando in articolo di morte , fe non lo conuince , e pro- ua con ragioni cali, che il fglio non pofa ne- garlo Azorio 3. part. lib. 3 cap.7.q. 5. Suarez Tom. 5. de cenf. diftin. $0. Sec?. 4. Vedafi Dia- ña part. 11. Trat. 2. refol. 33.€e Trat. 6. refol. 5%. Murcia Tom, 2. difq. lib. q. difp. 10. refol. 5.num. 6. Sinocianco ,che quetti Sgli illegitimi, non folo fono d'aggravio Coniugi adulterz , ma auche io pregivdizio degli alcri eredi ¿ poiché j! marito credendo fuo il figlio gli laicierá par- 10 oe ll'eredica fenza eficrui obbligato. 21. Mi dica , mulierem hanc viribus né opreflir, ex viallecnrus cam ell ? P. Padre, blanditiys, precibuíque tantume modo folicitami ; vim vero noo jacali. C. Se vim incnlier , non lolo farcbbe ob- biigato agli alimenti del figlio , ma anche alle docte fare dalla Made in pregnatione , € par- 24, € agli alcri danoi. Villalobos part, 2. Tict. 14. diffica 33.1. 1. Ma anendolo facco di ¿uc confento, fono cueri due obb!liga:i alli dan- pi fnderi. 22, V.S.configlió queña Donna, rt fiium fpurium inducercr inter filios legittimos , deci» piendo Coniugem, «xccrofque filios legitti- mos 2 P. Padre ,diguefo io non le di coía al. cuota, 25 C. Leálio lb. 2. de inf. cap. 10. dub. 6. 1. 46. Azorio p. 3» Lib, 5. cap. 6.e7. 8 aleri molrilon no di fentimento , che auc confular adulcer adulceram,, vr incer légicrimas introducar [pue rium,anc cx íe, Gne adulecri confilio , hoc fa. ciar adultera , fijao tutti due obbligaci , uoa folo agli alimenci , ma anche a' danoi dell'erca dica ,Ó dore, quam coniux adulterz dedit Álio, aut 6liz Ípuriz 5 perche fempre Á verifica , che tutti due (ono canía efficace di quefti dannj: chié cauía efíicace di qualche danno , € obbiis gato a rifarcirlo: Adunque in qualiuoglias modo ,quo adulecra jotrudir raoguam legictia mun Ípurium , five confilio aduiceri hoc fa- ciac, fiuenon, faranno rucci dus obbligaci d quelti danni, Sebb:ne Villalobos part, 2. Trate 11. dific. 30. ia 5. SOLO lib. 4. de 1ufli:. quel. 7. art. 2. En» riquez che fiegue probabilmente Bartolomeo di $. Faufto in [peculo confeffionis d:fp. 23 quel. $. 12.8. Remigio Trat, 2, €. 6.5.8.1.7. Lolce goano , che quando adulter non confulic adal- Ecrz , vt dotroducar fpurium ¡ioter legictimos, ma ,clvefla lo fá di fua propria volovrá, quan- tanque fia obbligaro fodisfare gli alimenci , che il marito da al iglio fpurio , non € pezó ODoti- gaco agli alcri daaoiód d'eredicá ; O di doce : 41 che Gegue come probsbile Diana part. 2. Trate 17.Chec il terzo Mifcel. refo!. 55. E la ragione €,quia ( adulccra iosentarer aborcum hujlus fucus (purij; adulter non dicercrur caula huios abortus, ni au confulerer , apt cooperacione ua adiuaffer; Adunque lo R=dp deue dirk dell” introduzzione del figlio Ípurio fa” legictimis Quantuoque il vero € quello, che dicono Lef- fio , 82 Azorio . l] modo , co'] quale l'adulcera ha da rilarci- re quefti danni, deve efere , migliorando ¡ figlilegitcimi,o veri ercdi de fuoi beni para. fernali ,e dejla fua dore; efenon ba ne l'vao, De Valero, procuri rifparmiare alcre Ípefe , che per altiro potria fare fecondo il fuo flaco , € la- norare pin dell ordinario , per rilarcire coa queíto i danoi á fuo merito, € a' figli le- giccimi, , Finalmente, per quauto pudo fenza fua in- famia, dene coofigliare il Gglio fpurio , che entri in qualche Religione , O che rinuntij Peredicd , come dicono Soto, Cordona, e Aragone ,cbecica, e ficgue Yilialobus vo; fu» pran, 3. CAPITOLO IV. Del Ratto » 23. p , Padre m'acenfo, quod noe furri- pui virgiaem de domo Patrris lui, e2mQque in domum mcam addudam violani. C. ln

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