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Capitolo 11. Dell” Imcsfto s 93 incefus ; quodque tale ef defideriam ¡llius; alcuno pero dubiterd , 1 calis caBus, ac tripu-- dia habita com tali confanguinea, vel affine induane malitiam inceflus : E la ragione di du. birare € 3quia copula fodomitica inter confan. guineos , eriam primo confanguiaitatis gradu, non haber maliciam inceftus, ia opinione di Belloco , Homobono, 8: altri, che cita, e fe. gue Murcia Tom. 1. dfq.lib, 2. difp. 2. refol.19, num. 5. e nel Tom, 2. lib. 4. difp- 10, refol, 6. n, 2.04. Diana 3. part. Trato 4. refol. 1o 1, Per- ché in fentimento di queñi DD. folo fi contrae la malizia d'incefto , quando interuenir copu- la apta caníare affinicarem : in fodomitis co- pola non eft apra cauíare affinitatem ? ergo io nullo horum 2Guum contrabicor malicia ince- flvs : Adunque pare , che s'inferifca da queña dotirina, che ne meno tados, fed tripudia curo canfanguineis aneranno la malizia d'in- cello. Peró ,fe in quefta opioione £ veritá deber iotelligi folum de caGibus fodomiticis, non vero eorum qui tales non fuor. Elaragione e ;perche taGos ex fine operis ordinantur ad copulam ; Acqui copula cum confanguinea ef inceñus: Ergo eriam tabos, 10. P. Padre m'acculo coguonifíe confan- guineam meam in fecundo confanguivitatis egradu, « aliam affinem jo rertio affinitacis gráadu . C. Nell'vno, e nell'alero accefo há V.S.com- mucilo incefto ; Non € peró neceffario ¿ ¿in opi. nione d'alcuni, Ípiegare il grado della paren- rela, ch'era frá V.S, e quelle períone 3 ma bafta che dica , che ha peccaro con (pe parenti den. tro del guarto grado, fenza fpiegare fe la pa- seniela e d'affinicá , d di confenguinitá .Cajes rano , Bonacina , Ledeíima , che cica: Diana Part, 1. Trat. J.refol. 31.0 part. 4. Trat.q:re- fl. 234. Murcia Tom, 2. 1. 4-difp. 10: refol. 6, u.?.Laragione fi €; perche la dinerfica fpe- cifica fi prende dall'oppofizione ¿ diuería vir- tú, O dinerío modo d'opporfi d quella ; Tueti j gradi diconfanguinira , 8: afÑnici s'oppon- gono alla fola yiriú della pierá , e non la mira- no in dinerío medo; Adungue non fi diftin- guono di fpecie, Se bene é vero, e comune ¡contrario ; e per jlmevo, fe il grado € il primo. s'auerá da fpicgare Ípecificacamente , Yedafi Balíeo Y er b. ¿nceflo Ba 3» CAPITOLO In. Del! Adulterio , 31.' . Padre m'accuío , ch: fono Ñato tre arnicontinpiia rna pelíima conucr- € faziont . C. Con qual perfona $ P, Cum vxorata . C; E-V.S, che ftato allora aucua 2 P, Padre vxoratus Y ego ecram. C. Mulier hec confanguinea fui erar ] vel Yxoris luz ? P. Padre nó, C, Adunque ipeccaxi, che há commeño eras no adulcerij; Se in fentenza comune , fempre che habebar rem cum illa commecrena dues adulrerijdiftioti di numero ; L'rno per Pingiu- ria, 8: ingiuftizia , che faceua alla propriao moglie: L'alero per Pioginftizia , che facena al marito della fua 2mica, Moya in Selel. Tom, 3 Treat. 3.d/p+3.9- 4 art, 9.0 11,1 Contra- rio hanno necefariamente ad alerire quelli, che dicono , che ia va numero a2cro non ponno efíére due malizie diftinre di numero . Caltra- no, Layman , Serra, Filiucio , de aleri ¿che cica Diana part. 3. Trat. 4.refol: 164. Leza dro del S,S. Tom. 1. Trat .5.de Panit. difp. 8. $. 3» q. 20. 21,e 22. enel Tom, 4 de cenfuura Trat. Lo difp.3+queft. 42. 82 alcri molti E la ragions fi e sperche i concreti accidentali (1 molcipli. cano fecondo la molriplicica de [oggerrj, e, non delle forme come jofegna la Filofofia ; il pec. cato € en concreto accidentale il di cui logget- ro é Pateo , la di cui forma € la malizia: Adun- que ln vo'atto numero non potranno cllere due ptccati diftinti di namero . 12. Midica adeflo , quefta perfona cx fu concubicn concepicne aliguando $ P. Padre 10 . C. Adoprtó mezzo alcuno, acció quefto non fegnióe 2 -P, Padre si, effundebamextrd vas. C. Quefa circoflaoza le parena peccato di- ftinro 2 P. Padresi, C. Chiaro € ,ch'era peecaco diftíneo contro natura » Noufi fcordi al. Confeffore di far quejta dimanda , num conceperiz , cos) per lareflituzione de' danmi , de'quali parleró ora ¿come percho mola tifimi per quefto timore feminant egtra vas (maj)i- me quando rem babent cur mulieribus non vxo» ratis ) con quelta dimanda /2 cena im .netlo quefa nuoxa circoflanza di peccato contro natura » 13, Mi dica , fuori degli acti confomati, ha auuto toa queñta perfona olcula, aut raGus impudicos ? P, Padre si, quoticfcumgue el accedebam, C. Non dimando di quefto, perche. taltus, £e oícula habita ante , de poft.copulam fono concomiranri a quella, e pon fanso diltinto peccaro ¿come infegna Azorio part. t«libs q. cap. 9. in fine , Enriquez nella Som. lib. 6+cap $» Ms 5. Mayarroscapi 6. Y. 7. € alcri, Solo dí» mando, 1e ¡a congiunture diftince daghiacri confamaci habnic hec oícula, Gueratus. P. Padre si, in conginnture diitince li ho Auilib. | C,

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