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9% Tom. 1. Trat. de peccatis difp. $. Set. 2. n. 19. 5. Edopo che há faputo , ch'era peccaro, y'é cadura altre volte ? P. Moltiffime , C. Quante faranno flate? P. Padre non hanno numero . C. Quanto rempo ha concinuato in queño vizio? P. Padre, fin 4 che prefi moglie.. C. Di qual etá, fiaccaso ? P, Di yentiguacer'amni, C.. Quando venne in cognizione , ch'eras ccato , che erá avena 2 P. Non poflo ricordarmene , C. Quando s'accompagno có quel compa- gno , che gl' infegod guelto peceato , quagri anni porena ancre de poco pil, O poco meno? P, Mi pare , che aucffi dodeci anni in, circa. C. Adunque, fe pa(só in queño vizio quat. iraoni fenza conoícere, che fofle peccato , e prefe moglie di ventiguartro: da che lo conob. be fino a quando fi accaso, fono pallaci ort'an- miz poiche di dodeci anni apprefe il vizio, quacrrraonio'e vifíuro coll'ignoranza, che fo. wo dodeci,e quatiro fédeci; da fedeci per an- dario vebriquarrro ve ne rogliono orto? P. Si Padre,cosié, 6. C. Quanto frequentemente folena far que. fo dal tempo in cui conobbe ch'era peccaro? £ quance volte fard flato la fertimana, al giorno , pigliando yn giorno per l'aliro 2 P. Padre ,nonme ne poflo ricordare ; per. che alle volte pañano tucca la feccimana (en. za caderni, alero fetrimane vi cadeno moltes volte, C. Bafta dunque, che s'accuf d'a2uer 208. to quefto vizio lo fpazio di orr'anoi, Cosi in. fegnano comunemente i DD. con Nanarro, Viwore , Cajerano citati da Villalobos nella Som. Tom. 1. Trat. 9. diffic, 33. mum. 5. Cano, esoto cicati da Diana part. 3, Trat. q. refol. 89.1 che € generale , e compne principio , che in qualfuoglia materia, pella quale il Penj. rente non puó dire indinidualmente il numero de'fuoi peccati, baña , che dica il tempo , che ha anuto quel vizio . ; 7. Ora mi dica, quando cadena jn queñe fragilicá fercbatur ne cógicaca in malieres . P. Padre si, C. Defiderabat eas . Perche, fe anena que. fio defidtrio fuori della malizia di peccato con- tra naturatn , quam pollutio incladit , n'ha com. melo vo'alcra diltinta di fpecie per il deiderio, iecondola circoftanza dell'oggerro defideraro; 8 fi defiderjum ferebactur in vxoracam, erac eculcerium ; 6 in Confanguincam, fue afiócm erat joceílus + Perthé € dortrina cerra , e co- muúne”, che ¡il defiderio efficace fi vefte della medemá malizja ¿Ehe 'oggerto, abquale mira; Trattato V 1. del VI, Comandamento » € fi porta. P. Padre:á me pares quod, f pro tung prefentem habuiffem mulierem , peccanifiem . C. Defiderabar au pro tunc cum ea peca care? Perché non confifte il peccato jo con. ringenti condizionati di quello farebbe ftato, fe mi fo(h crouato in queíta , d io quell'alcra occalrone; percioche anche il piñ timoraco te. me della fua fragilitá , e che polto nell'occafño- ne cadercbbe; e non per quelto pecca , Lo ftefío dico di V,S. che non per quefto, chefe allora habuiler pre[lentem mulierem pec- cat f fore exilimabar, cú ea ha da gindicare, che contraefic la malizia del deliderio . Per gueto e necefíario, che allora fi defideri di peccare, P. Padre non aueno quelo defiderio, 8. C, Solo recordabarur mulierum ad ca- piendam maiorem deleGationem ia pollurione? P. Padres). C. Adunque quelle fragilitd non fi diflin- guono di Ípecie per cauía del penfiere, co” guale fi djletrana in varij oggecri d'alera fefo, ma turco fono d'na fpecie . Balito Verb. Lu- xuria y. 18, Diana part. 7. Trat. 13, refol, 15. Cajerano , Bonacina, Azorio, $ alcri, che cita ; € fiegue Murcia Tom, 1. difq-l. 2. difp. 3» refol. 4. num. 3. E la ragionee, perche il ra- memorarf quefti oggerti ( quando non we de- fiderio efficace ) lolam ell ad intenderdam de- leGationem: Arguí media , que folpm inten- dunc delcG arionem , non caníaue difivGRionem Sfpecificam , fed folum aggrauant intrá eandem fpeciem + Ergo pollutioues ¡lle non diáijo guúnocar fpecie ratjone obicótorum » CAPITOLO 1, Dell Incefio , 9. p . M'accuío Padre , che hó aunto gnal, che trefca iudecente con vna mia Pa- rente, C. Quefle trefche erano , ad obrinendam copulam ? P. Padrenó., C. N'apena ¡oteriormente defiderio ? Pero ché , comeil defiderio efficace ha l'ifefa ma- lizia , che Popra, alla quale mira , fenza dub- bio quefto defiderio anercbbe la malizia d'in- ceño, P. Padre ,non 2ucuo fimile intenzione , ne defiderio . C. Paños ne <R jllis io eripudijs effalionem aligquam feminis , vel fe expoíuvic periculo «f fundendi ? P, Padre si, in efferto fentij quefta fiac. chezz2. C. E' chiato , che copula , led acceffus cum confanguinea , fed afíac ¡otra 4. gradum, tlt 12cc-
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