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83 son Í faránno mofli d peccare , per vdire il fuo conm.mercio 50 tanto catriui, che giá erano de- terminári di peccare , fenza fencire quello V.S. ye ¿hon aucua la fua jaccanza la malizia di candalo ; perché non fú occañone di peccare, Sic Pálaus part. 1. Trat. 6. difp. 6. punit.le nUM. 4. Ma non eflendo né tanto virtuofi , ne tanto cattiui,comehá derro , ella commife peccato difcandalo ,Co'l vantarf «del peccato in loro preftoza . $9. Midica ,diche Ñato erano queñe pera fóne , che vdirono il uo peccaro 2 P. Padre ,vno era accafato , Paltro Sacer- dote , e gli altri Íciolci . C. NelPopinione comune , che lo Ícandalo íi riduce á quella fpecie di peccaro , alla quale s'induce il Prollimo , e neceflario , che V.S. di- ca lo ftato delle períone ; che há fcandalizzato. Peró , fecondo quello, che ¡io inferifco dall'ogi- mione di Suarez difp. 10. de charitate Seé?. 23. n. 4. Coninch difp: 32. de charit. n. 46. e difp. 28. 2. 12. Che giudica per probabile Lugo de Panit. difp. 16. Seé?. 14. 9. 157. quali infegnano , che; quabtunque quello, che configlía vo'altro.qua- le hd voto di calitá, d eraígredirlo , pecchi contro il voto, e quefto fcandalo fi riduca alla Jpecie del Sacrilegio ; Quello pero, che folo co”! uo malelempio dá occafione di trafgredire il woto dicaftitá a chi ha fateo, non pecca co'l Suo mal'efempio contra il voco dell'al:ro: Acqui fU,S, non ha configliato coloro , che hanno Ífntico ¿d peccare , ma folo co'! fuo parlare ha dato loro mal'efempios Adunque non € ne- ceflario fpiegare il loro Ñato fecoudo quefta ¡Bottrina ; quantunque ¡o mi conformi colla comune, che e la vera. Vedafi la 2. parte del. la Pratica Trat. 14.c4p.6.0 52 60. Comené meno fará necefario fpiegare il numero delle perfone, quali vdizono la fua pratica ,c Ñ Ícandalizarono , fecondo la dot- 1rina infegnata da moli Teologi, che dice, che 'atco in numero, non puó auere dues peccati di numero dillinti + Atqui, la iattaoza di V.S. (4 vo'arco in numero: Adunque non ponno efíere in quella due peccari di numero diflinti, Eccsibaterá, che V.S, s'accuíi, di- cendo : Padre avaccuío, che hó dato mal efem. plo á molcicon queña , ó quell'alera [pecie di peccato., fenza fpiegare quancierano gli Ícan. dallizzati; comelo feote in termini propri; di quelto caío Leandro del S.S, part. 1. T rat. 5, difp.8.S.5. 9. S. Quantunque fa piú ticuro, e peró da isguirí il contrario , $e accuíarii del numero delle perfone che erano preíenti. Irá Sanchez , € al1) , quos ibi citar Leander . 61. P. Padre m'accuío , che auendo ¡o farro voto di cafticá , ho configliaco wna períona a commettere va peccaco difoneño . €. Queíta períona aucua ella ancora voto Trattato Y . del V. Comandamento di caÑira ? P. Padre nó. : C. L'ha configliata a peccare con V.S. y con aleri ? P. A peccare con aleri. C. Di quale ftato era la perfona , alla quale diede quefñto configlio, e quella colla quale> l'eforió á peccare ? P. L' huomo era accaíaro, e la donña, Íciolca . C. Quantunque queño Ícandalo fi riduca alla [pecie dell'adulecrio , per aner V.S. conái- glizro períona maritaca dá peccare; come-hó detto di fopra ; V.S. peró per cauía del fuo vo- to, non há commeio facrilegio; Icá Sanchez lib. 5. della Som. cap. 6 ". 11. Perche con que- flo roto V.S. non s'é obbligara a guardare la caftictá alerui, ma la propria: Adunque non eraferediilvoto di cafticá . Lo fieño infegao nella 2. parce di quelta Pratica Trate 14» Capo 6.n. 50. 62. In quefto Tractato importa molto , che il Confeñore fia follauvercenza di riprendere, etar conofcere , € aborrire aflieme leccefo di galle, e velti pompofe, e fuperflue, che víano le Donne vane, e di poco fenno , colie qua: i fcandalizzano il Mondo, e fi fanno lacci «¿cl Demonio , rete di lafciuia : vizio , che non há lagrime per efler piauto abbafanza , quando fpogliando(i della modeftia tanto connaturale alloro feffo , inuirano co'loro vanmi sbigiia- menti, fenza vergogna addofíació, turco $ Mondo alle brurcure della difonefñtd . Ecil peg- gio e ,che von fi fanno di quetto fcrupol > al- cuno ,effendo per alero mactería grauifíima , e di lomma confeguenza . Le auuerca , che que- fia e voa meteria, fulla quale i Santi PP. tán- po gran ponto, Xi DD. Pabbominaco , € de- teltano, ela dicono, uno ore, degna di gran caltigo: Inmnumeri Sanéti, Y Dottores , Y an- tiqui Patres buinfmodi abufum taxant , UT ¡gne aterno dignum exilimant . Dice il P. Laynez de ornam. Í fuc, mulier. q. 15. cafu 12. né vale per ícufa il dire, che i Santi PP, lo riprend:urno canto afpramente , perche giudicavano clcr meglio attenerí da queÑti oroamenti , che vÍar. li, e non perche credefiero , che fofle materia tanzo grave: poiche á quelto li rifponde , Che ¡Santi Padri, e Dotrori non paricriano con tanto pelo di parole, fe non la giudicaflero cola aÑai grane ; come dice añai bene Dioniko Cartufiano in Decr. vie mobil. art. 14. 10.queíti ceranioi . Santii Patres , Cr gloriofí , 1Uuftrifjomio que Doétores , contra ornatum fuperfluum , Y ex- quifirum y curiofum , fuperfluumque «wveflitun tam rigorosé non feriberent y mili in eis mortalem culpar exiflere nen iudicarent , venialia quippé pescala talem condemvationemn0n premerentur Ne meno vale !a Ícuía di dire , che non han. no in quefto carrina íntenzione ¿ perche, le co» noÍcono,

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