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84 Ícomunica ; che la percuffione fi faccia con auvertenza , € deliberazione ; e mancaudo que. fia non s'incorre ; Layman Trat. 5. part. 2-C4Po 5.1. 5" Cajerano Verb. Excommunicatio cap. 10. notando 6. dióto 4. 8e altri. Ela ragione é , per- ché niuna Ícomunica iwagglore s'incorre s le non per azione, che fía peccaro tmortale: quaa- do la percuffione td ftoza auntreenza , O des liberazione, ron € peccaco morrale : Adun- que non s'incorre per efía nella Scomunina del Canone, che e (comunica maggiore . Ma poiché V.S. há operato con auuerten za, efapena , che la percuflione de'Chierici 2ue- va annefla la Ícomunica , e iocoría in quella . 42. Ora mi dica, Ja percuflione e feguira in luogo pubblico , doue era da molti ve- duca ? P. Padre, e feguica in mezzo della piazza, doue era molta gente . C. Se foíle feguira di naícofto, e la percuí- fione fofíe occulca , quantunque farebb: iocor- ía nejla Ícomuvica, non farebbe pero (comuni.- cato vicando , Mi dica V.S. icircofanti hanno creduto, che abbia fatro quefto trafportato dalla colera,fen. za auucrcire quello fi facefie 4 P. Padre, tutti riddero , chejo ero moltó adirato ,e che quel Chierico mi dicde molta occalione; ¡operó non 50 , che giudizio abbi. nO fatto C. V'é baftante fondamento , per poter Ícu. fare, € Cergiueríare l'azione di V.S, e che i cir. coflanti poreflero credere , che fú farra fenza la totale deliberazione . E cosi V.S. fin'adefío non e fcomunicato vitando , ma bensi comu. nicato tollerato . Perché il Concilio Conftan. ciente celebrato l'anno 1414. dichiaró , che il notorio percuflore del Chierico , accio fia vi. tando, € necegario , che la fua azione non pof- la peralcon modo fculará : Cuius fatum non pos teft terginerfatione celari , aut aliquo iuris remedio excufari . Equando ji percoflore puo Ícufarí con dire, che ¡ha facto in fui defenfionem , ó per va primo moto , non e vitando . E perche e difficile ,che ognuno non abbia qualche ti. tolo probabile per Ículare, O tergiueríare la percufone ; per queño ordinariamente fi ri- cerca la fentenza del Giudice , accioche lo Íco- munícato fía virando, Fagundez in pracepra Ecclefia lib. 2.cap. 5. n. 12. Suarez Tom. 5. de cenfur, difp. 11, Seét. 2. n. 13. Auila 2. part. cap, 6. disp. 2. dub, 4.5.T ertio fequitnr,il Cafpen. fe Tom. 2. Tra. 25. difp. 25. Sed. 2.1: 15. 43+ Nelle alere fcomuniche ( fuori di queña del Canone ) niuno deue efere vicando , fia che non fia nominatim denunziato dopo la fentenza del Gíudice , Scomunicato vitando e quello, co' quale gli aleri Fedeli mec 1m bumanis , vec in Dininis, ponno trattare , né comunicare ¿ 8 iuccorrono Trattato Y . del Y. Comandamento » nella Ícomunica minore quelli , che vi trartano, Tolleraro e quello, co'l quale ponno lecita» mente tractare i Fedeli., 2ám in diuinis y quem in bumanis , leoza incorrere la comunica miaore, guantunque egli non pofla lecitamente intro» durí a trarcare con quelli. 44. P. Padre, dopo quelto fateo io non mi fono afievuto d'andare a fentir Mella, e di trat. care con queño ,e con quell'altro , C. Quelli, co'quali há tratrato , l'indnce. tano d conueríare , e trarrare affieme ? P, Padre, alle volte erzno efíi, altre volte mi v'introduceuo da me feo , C. Quentunque il Concilio Conftantieníe celebrato lanno 1414. ad enitanda pericula ani marum conceffe, che fi poceíle trateare collo ícomunicato Tollerato; quefto £d pero fanore concefío , non allo fcomuaicato , ma agli alcri Fedcli ,come conita dalle parole fee del Con- cilio : Per bac autem non ¡utendimas ipfos excom- municatos in aliguo fublenare , aut quomodolibet eis fuffragario Di maniera che allo Ícomubica- to Tollerato non e lecito intromerteri a comu- nicare cogli alcri Fedeli 2 ma efiendoni da quelli indorro, % ivviraro , pho farlo lecicamente, E cosile volce, che V.S. s'e introdotra a co- mubicare có gli alori Fedeli, bá peccato grane O leggiermente , fecondo la magrsiore, 0 mi- nose comunicazione;z e la malizia di quefto peccaro S'oppone alla vireú delia Religione 45» P. Padre, mi dica, in che cola deus aficacrmi da comunicere co'Fedeli? C. Lo contiene queño veríerto . Os, Orare , Vale , Communio , Menfa negaturo Os, proibiíce il parlare , O (criuece allo Ícomu. nicato: Orare , proibiíce Pedire Mefía , 2alli- ficere 2' Divini VÍficij, Procefioni pubbliche, Pofferire il Sacrificio della Megla perjo Ícomua nicato, D'amiailirargli, O riceuere da lui i $a» cramentiz non fi proibiíce peró pregare Dio per lui, anche nel memenrto della MtiÍ2 , prt= gando il Sacerdote , non come Miniltro pub- blico , ma come períona privara, Vale, vuol dire, che non e lecico falutare, O far cerimonie allo Ícomunicaro ; quando pe- ró quello € il primo ad víar qualche gentilez- za ,0 a fermere qualche lercera , non € picca- to corrifpondergli colla medema corcelra , él alla (ua letrera ; perche queíto d atto político, che ja niente stoppone alla vir » Communio , vuol dire, che e illecito l'andare in compaguia d:llo fcomunicato , celebrar contracti con lui, quantunque non faranao inualidi , fe fi celebrano , ma Íolo illeciti. Menfa ; proibifce il mangiare , il bere, il dor- mire , ¿il coabitare con lui, quando fi fá per mo- do d'rnione,$ amiftá. Pero, ne quefa , 06 le altre comunicazioñi fono illecice , quando fegnono folo caufi«lmente: V.G. fedcalo , % accidentalmente arrinafísro, e lo Ícomunicato» €
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