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30 VITA DELV.P. DA CARABANTES . ftia, quand' anche gli convenifle ufcir dal Convento; che movevaa divozione chiunque fiffamente il guar. dalle . Con eguale follecitudine vegliava aila cultos dia della lingua , non aprendo bocca fe non per rifa Pondere a chi lo interrogafle, e coftumando il paf= farfela folitario applicatoalla Sant Orazione, Oppur alla lezione di qualche libro divoto . Fra idigiuni, 1 layori, e l'altre afprezze comuni a' novelli profeíli il di lui corpo prima gracile , e dilicato , era divenu- to si forte , e robufto, che facealo non folamente g0 dere ne” patimenti ; ma correre in traccia altres di tutto ció , che pid foffe nemicoal fenfo, ed 2' natu- rali appetiti. A qualunque comando , eziandio ri» pugnante alla natural inclinazione, il trovarono lem» pre li Superiori fenza alcun proprio volere, total- mente morto a fe fteilo ; eben feceíi palefe di qual tempra fi fofle la fua ubbidienza in una carica molto ardua, e di non poco pericolo per la di lui vita, che gli venne addofíata in fervigio de' fuoi fpirituali Fratelli . 2 Certa Epidemia la pit atroce afTali di modo li poveri Religiofi , che dimoravano nella Citta di Guelfa , che 11 loro Convento non era che uno Spe= dale d'Infermi. 11 Superiore della Provincia , cui fpettava P'accorrere inloro foccorío , gia confapevo= le dell eroico fpirito di Fr. Giufeppe, chiamollo dal Moniftero di Borja, Seminario de' novelli pro= fefhi , imponendogli che fi portaMTe a Guelfa , per ivi mettere in opera tutta la fua carita a beneficio di que” Religiofi infermi. Tutto, qual molle cera nelle mani del fuo Prelatoil fervorofo Chierico, fu pron= tiflimo all” imprefa , onde trasferitofi a Guelfa, did fubito moftra alla Famiglia tutta di quell' ardente, fuoco di amore fraterno, che gliavyampava nel pets : 0;

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