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113.121 CA?.V11. 227 vi fu purech: lo yregó dovelle almen”almeno accet= car una coperta di letro , ufara daciafcun Religioto » eziandio in fanitá perfetra; ma néanche asi poco yolle acconfentire giamma ; replicando che pin po- co era Ítato negato al fuo Redentore fulla Croce , e. che per quanto gli fofle poííibile ei voleya imitarlo . 5 Venuta la era del Mercoledi Santo, intele pel divina rivelazione , che ne tré giorni feguenti , di fommo lutto alla Chiefa tutta ,accagione de' Miíterj lagrimevoli , che fi celebrano della Paflione , morte » e Sepoltura di Crifto; intefe, dico, che farebboní addoppiati gli affanni ,ed i fpalimi, che pativa , a capo de* quali riporterebbe il premiodi fua toleran= za. A tale si liero annunzio , non potendo contenere Yinterna gioja , ficche non ne trafparifle buona par= te anche ful vilo , e nelle parole fteíle , che articola- va ; diíle a certa perfona deltinataad aliftergli , la, qual chiefe licenza per effere alla vifita de' Santuar] : No Figlio non partire dal mio letto; perche tl Si- gnore sn queftitre giorni ha promef]o di favorirma con altri maggiori fpafimi : non mi abbandonare » e ftá pur certo che non perderai il premio dovuto alle tue divozioni: Difpofe pure che niuno dovelle en- trare nella fua ftanza, rifloluto di volerla paílar 11La quel refiduo di tempo da folo a folo col fuo Spofo , € Signore ¿ ma pure quefti che il voleva non contem» plaute la Croce , mafeco per tutti que” tré giorni Cros cifilo ; ordinó che foílero tali , e cotanto atroci glí pafimi , che gl”impediílero il poter anche per poco tempo raccoglier la mente , e fiflarla in qualche mi ítero doloroto della fua Paffione ; ond' ellendo com» parío un Perfonaggio diconto per vifitarlo , e rice= vere da eo lui in quell' eftremo qualche falutevol ricordo,al vederfelo d'avanti cosi glidiíle: Se nom P 23 pofo

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