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214 VITADELV.P. DA'CARAR chiudendo che fenz' altro di gia degulrauia ubbidienze. E' bens1 vero che (i venne in chiaro q; quanto con fincerita avea fcritro il Sacerdote; rocche Ícorli appena tré giorni , ricevette:¿l > carta'di ibbidienza dal fuo Prelato , colla quale o mivagli impofto , che ommefla per all'oral' Andaly, zía, fe ne palfafle a Granata per ivi rifar le fantes Miffioni ; con che ficonobbe , che il tutto era yoly e farro palefe a diveríi , e in diveríe maniere dal folo lddio. | -:57. Una tale si pronta ubbidienza meritogli bene, fpeflo la divina afsiftenza co'fuoi prodigj', comef fara palefe, lalciandone tant altri , dal cafo che fic. gue . Giaceva egli talmente incarenato dalla | gra, che né pur poteva [tendere un piede,: fe non con pas ftento ; quando il P. Generale, niente, confapevole di tal' infermita , gli comando , con fua carta di ubbidienza che dovelfe tofto paffar il Regno di Na vara , ed ivi faticar colle Sante Mifsioni in tre Velcovati. Appenalerra l'Ubbidienza, volle accin- cerfi al viaggio, fenzadar orecchio a quanti gli met- tevano d'ayanti l'impofsibilita diefeguir un fimile, comando: E ben fi conobbe che tale pronta rifolu= zione proveniva da celefte impulfo ; perche giunto al primode” tre Velcovati; nel punto che diede prin» cipio al fuo: primo Difcorfo fi mitigarono i dolori - acutifsimi della gotta,e terminato che Vebbe , tro= yoísi in una fanita compitifsima . Ne folamente 2 fuoi Superiori,eda”Vefcovi , nelle cui Dioce6 fa- ticava ; ma fimilmente a' fuoi Compagni volle pro- feflar fempre mai una foggezione in tutto la pil umile; quindi per Vaffetro , che nodriva all” Ubbi- dienza , nelle Mifsioni tenute nell' Indie , rifiutó fempre la carica di Superiore; bramando per

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