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L13.1H.. CC AP.VM ., zer rado alcuno di fuperiorita inferiore ; non lafciando di produrre ogni fuo diferto, perche venifle in tal modo giuftificara la fua rinunzia ; e proteftando eflle= re in necefflica precifa di Superíori , Che lo reggef= fero , Che lobbligaflero a dover piegare la propria volonta , merceche mon aacor fotromefla «alla dire- zione di chi comanda . Con tal fentimento si umile fuggiva , per quanto gli foffe poíhibile , il converfar co' Grand: del fecolo , e volentieri fe la paffava colla gente anche abiettiffima; onde fú veduto pit volte 3n circolo gon Uominildi pid rozzi di campagna , ed anche co” poveri li pit mefchini, inarró 11 pit dol» ce, il pit famigliare , 0 perconfolarli , fe bifognofi di conforto, d per iftruirli nelle cofe necellarie a fa» períi per la falvezza dell' anima. 3 Sebbene perú ftudialle tutte le maniere per an- nientaríi nel cofpetto di turri , e bramofodi eferez difprezzato , fuggifle ogni ombra d'onore , ed ap» plaufo, era nondimeno falitoin tanta ftima , e vene» razione preflo de' popoli , che tutti il chiamavano UVomo fanto , auoyo Appoftolo; anzi in una certa.s Citta egli ebbe per voce comune ¡lnome di Elra, ed il dí luz Fratello quello di Enoc. Un tal encomio delto l'invidia di cerri Ecclefiaftici , che mal foffe» rivano tal grido preffo del pubblico ; la onde non la» Iciarono a tutto potere di opporvifi , dicendo , che quando foflero due Santi Canonizati , non (i potreb» be aggiugnere altro di pit. 11 Padre , che cidinte» fe , portolli immantinente infieme col Fratello daz, que' buoni Amici, e dife loro cheil popolo “tutto era in un grand' errore , onorando , e ftimándo chi non meritava che vilipendj ; ma che il Signore dif- poneva cos: , perche il buon credito de” Predicatofi appreflo del pubblico, indicibilmente conferifle, O 2 accio-

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