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LIB. Mi CAPV! 207 ueft' acqua preziofifsima, e tutti la confeflavano miracolola , perche fgorgava da luogo aridifsimo non mai fecondo peratteítato de” piú vecchi del pae= fe, di minima goccia d'acq ua; certo Sacerdote criti. coecontenziolo, negando il patente miracolo, vfck alla prefenza di molto popolo ivi adunato in quefte parole. Cheda quefta pietra qui baílo fortifca ac- ua non pudeflere miracolos miracolofarebbe q uan- do ufciffe da quell' altra , che vedete la in alto . Gran- de prodigioin vero! Appenafi ebbe proferite que= fte parole che fi chiufe la prima fonte , e la pietra, dall' Incredulo additata, quafi venifle percoffa in. quel punto dalla verga di Mosé, fi apri in un altra viva forgente di acqua fimilmente limpidifsima,che riempi di confufione il Sacerdote ,€ infieme di alle- grezza quanti fi trovarono prelenti al prodigio; né qui terminarono i prodigj , perche una tal acqua, oltre il recar colla fua treíchezza , ed altre buone qualirá fommo guíto agli alfetati , riufciva di medi- cáamento a tutti quant'1 mali, concorrendo per aver= nenon folamente le genti vicine, ma altresi le pit lontane , e per finodal Regno di Portogallo , come, Che [perimentata rimedio unico atutte le infermita . A tale prodigio troyofsi prefente certo Ecclefiaítico di moltaftima, e vovendo dopo qualche tempo paí- lar da quel luogo per indi portarti alla Citta di Leo=" ne , vollefermaríi per berea quefta fonte derra mi- racoloía ; maconfuo grande rammarico intele, che non mandava pit goccia d'acqua . Stupito a tale, contezza , entro in fofpetto della cagione , onde fi fe-' cead interrogare quelle genti , fe profeguivano nel- ladivozione ftabilita dal P. Mifsionario di recitar per ogni fera il Rofario? eintefo che nó: Quelta,” difle , € la folacagione dell” eferfidifeccara la . ; e
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