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L13.111 CAPV! 199 E zelantiffimo Miffionario , avea per comun bene dell? E Anime ftabilito; pafsó indefeffo nelle fue fatiche al l Vefcovaro di Aftorga. Ne voglio qui trattenere E chi legge in dare diftinta contezza del frutto indici- bile , che ne rifultó in ogni luogo di queíta Dioceíi * tutra dalle lui ferventiffime prediche, per non aver aripetere ció , che fi ftefe gia feguito nell'altre_ Miffioni tutte ¿ ma riferir folamente alcuni ben rari prodigj: dando principio a quelli , che ayvennero col mezzo della divozione da elfo lui riftabilical Santiffimo Rofario. Una Citella , nel mentre fi tro» vavaincampagna alla cura del fuo gregge , rimafe. all improvifoaTalita da un voraciflimo lupo; il qua= le fiendendola per terra , erain procinto di sbranar» la , e mangiarlela ; il che farebbe feguito, quanda all afferrarla che fece nel collo , da cui pendeva il Rofario, non foffe rimaíta la beftia dal tocco di quella reliquiacom'efangue , e privaaffatro diforze; onde la paftorella conofciuto il prodigio ,e divenuta tutta cuore , baíto a forzadi baltonate per mettere in fuga il fuo nemico. Un Priore della Religione di San. Gioyanni flava recitando in fua Chieía unitamente al popolo il Santiílimo Rofario , come coltumava in ogni giorno ; quando fu avvifato che la fua caía an- y dava tute a fuoco . Egli rifpofea chi recava l'infau» ftoannunzio ; che voleva profeguir l'incominciata divozione , come di fatto la profegui , e terminata. che l'cbbe , trovó che il fuoco erafi da fe medefimo Ípento , ne fenza manifelto miracolo. Non minore fu la forte , che incontró munito di queíta divozione D. Alvaro de Lofada Signore della Treyra; perche fendo in viaggio , tutt' all” impenfara fopragiunto daun” orribile tempelta, e vedendo per oga: parte Icopiar imperuole gragnuole , che minacciayano N Pulti>

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