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LIBÓMa CAP: > 0 189 epitvolte ioflervo che appena falitoil pulpito mus raya fembiante , e tutt 1m un fubito acquiltava certo infolito vigore » come fe godelle una fanita la pit erferra . Cio fi vide chiaramente dal popolo tutto all orche giunfe nella Citra di Mondognedo ; perche vi comparve Íq uallido, fparuto , e quafi cafcante; di maniera che tutti credevano doyelle ivi terminar £ fuoi giorni; e pure » dato principio alla Miflione_ , parve fciolroaffarro da ogni malore , anzi ringiove- nito . Ne folamente 1n tempo che predicava, veniva faro elente, O per meglio dire ,ad eflere fuperiore colla fortezza dello Ípiritoa qualunque debolezza dí corpo ¿ma ne pur v'era intemperie, che gli facelle contralto.E gli comincio le fue fatiche in quefta Cit= tx nel cuore dell Inverno » eflendo Dicembre : ne y'era giorno che non fofle intorbidato o da' venti , O da pioggie,0 dalle nevi ; con tuttocio nelle hore aí- fegnate per le fagre funzion: cellava 1l turro come_ fofpefo 1n aria, coftumando dire li Cittadini: An- diamo pure a predica: que mientras los Padres pre- dican non. ay que temer agua , ni nieve. E difatro fuccedeva cosi , perche terminate le Prediche, es giunti gli Uditori ciafcuno alle lorocafe, la ftagione ripigliava tofto il fuo corfo. 2 Egli , chef videcotantofavorito dal Cielo, in. vito ful fine della Mifione il popolo ad un difcorfos, come lempre coftumava, in onore della Gran Madre di Dio , e fimilmentead una proceflione generale da farfi in un altro giorno, promettendo dal pulpito due giornate non nferiorialle pit belle di primave- ra , ed aggiungendo che in (imili altre funzioni» eranfiammirate altre maggiori maraviglie . La Cit» va turta, chie venerava 11 Gran Servo di Dio qual nuovo Appoltolo , ftavaí; conaníietaal; po lez ue Clic Jo Y ci ATT TAR p MO TD ASA LIA dl 10 v . DI Mi o IBA RA DR E

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