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LAB. 11d CAP. 1h. 167 Plnferma in arto dieflere pronta all ubbidire , € fud bito partito il Mifhionario , trovo(li interamente la- na, non rifentendo pil verun tocco delle doglie di prima ¿con che fu prefente alla lara funzione , am- mirando la virtú del Servo di Crifto. Quefta mede- fima Femmina ,trovandofi dopoalcuni anni in mife= rabile tato, e impotente aftarin piedi, accagione d'un' attrazione de' nervi , cui niunmedicamento era riuícito profittevole , fi fece portar ad un' altra Mil- fione tenuta dallo fteffo, fupplicandolo della fanita 5 fh pronti/fimo il Padre, e nello fteflo punto che le formó un fegno di Croce fulla fronte, trovolsi in fa= nita. Nel rimandarla peró cosile parló : Figlia voi fiete lana , datene le grazie a Dio; ma in avvenire emendate quel peísimo coftume di prorompere ina maledizioni ; dal qual avvifone fegui queíto di mol covantaggio alla di lei anima, che fi conobbe affatto libera dal mal abito fatto ,fenza pur faperne eflame- defima il come. 16 Dopo V'avere fcorfo tutto il Vefcovato Oren- le, e Vaver faticato in fellantadue Mifsioni con una riforma totale di coftumi in que” popoli , fece ritor+ noalla Citea Capo della valta Diocefi, ove dovette applicaríi ad un altra Mifsione in tempo di Quarefi- ma .Monfignor Velcovo confolatifsimo per il gran. bene , che fapeva rifultaro nell' anime, non celaya di abbracciaríi col fuo fervido Miniftro ; e perche non poteva in certo modo fcoftarfene ; inftó con tut- ta lafuaautoritá, che in occafione di tante fatiche A fuo fervigio ricevefle V'albergo nel fuo Palazzo , e foffefuo commentale; cuil'umilifimo Religiofo rif- pole : eflertenuto praticar quanto predicaya ad al» tridal pulpito; e che il popolo non l'aurebbe benz. inteía al penetrare che un povero Capuccino, Pre- L4 dica-
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