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DIB.1ix CAP. 1 147 ure della Parrochiale di San Pietro nella fefía Vila Jad'Allariz gravemente infermo , nel punto íteflla E che bevette Pacqua benederta con uno de' medefimi grani confegnatogli dal Servo di Dio, balzó da letto in fanita perfetta . 6 Sul fine di queíta Miffione , nel mentre doveali cominciare la Proceflione generale s'alz0 improvifa= mente un temporalaccio 1n aria, che minacciava_ acqua , e tempeíte . 11 Popolo adunato voleva per ogni conto fuggirfene ; ma 11 Padre con gran fede , e confidanza in Dio comando che niuno partifle, che 4 comincialle , e profeguille la Proceflione , fenza. ti- mor di pericolo. Granfatto ! Diluviarono per ogni parte le acque , e la (trada fola calcata dal Popolo» che feguiva la Croce rimale onninamente inafciuto. Piirzle tempelte devaftarano affatto le Campagne vi- cihe di coloro , che non comparvero alla Miflione » fenza recar minimo nocumentoa que” devori , che vollero afliftervi , > re per eflere i Campi contigui , la tempelta venifle a cader fopra tutti . 7 Da queíta Miffione paíso al Priorato di Berino giurifdizione de” Monaci Benedettini, e perche fi vegga qual cura avelle il Signore di quelto fuo Ser- vo , Che folle provveduto 1n mezzo a tante fatiche non folamente del neceflario , ma altresi del conve= nevole; riferiremo ció, che avvenne a D. Benedetto Garzia Priore del fuo Monaltero di Zelanova . A fine di ripararíi dal freddo (tavafi il Monaco pin tardi del folito coricato fulla lettiera , quando udi una voce, che cosi gli parlo; Sú alzati, e va tolto a provve= der del peíce : Quefta voce, diffe fra fe 11 Religiofo, noné per me, avendo peíce baítevole per quanti fia» mo in Convento; poco dopo udi in tuono pitalco la medefima voce , che intimavagli il mile, ed egli Ka CIC» A ola E ar + AAA pr : i , á pe ci

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