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A A t30 VITA DEL V.P. DACARABANTES. confellione le fue colpe , e quanto Vera occorfo; yo lendo di pit che Vaccidente fi pubblicafíe a terror di chi oftinato non rifolvefle prevalerú di talesi bey opportunitá perifgravarí da” peccati , e metterf ¡y pace col fuo Dio. so Altre prodigiole converfioni feguirono pe! Villaggi di quefta Dioceíi ,con giubilo indicibile qi Monfignor di Malaga , Compagno fempre indefelfo del P. Miffionario, il quale coftumava ripetere cha la fua Diocefi avea cambiato afpetto : che li vizj q prima non regnavano pit; eche il fuo popolo er fantificato tutto . E difatto non poteva che marayi. | glio( effetti fortire la divina Parola ; ftante che nel tempo alfegnato ai ragionamenti , li Contadini ceffa. vano da ogni travaglio per effere ad afcoltarli ; 4 chiudevano le botteghe : li Paltori abbandonavano ne' loro pafcolile pecore : Piu perfone comparivano da' Paeíi rimoti finoda Ceuta ; di maniera che al buon Padre conveniva falire pit fate in ogni giorno il Pal. co, 0il Pulpito; e per foddisfar ai tanti , che ricora| revano , d per accufaríi in confefflione de” fuoi peca! Cati, O peraltro; il preferivere non piú che una, quinta parte della notte al fuo ripofo . Per dir tutto in poco delle fatiche foítenute , e del molto che il Si. gnore operd in quelta Miffione a beneficio dell” Ani» me , baltera il riferire ció , che avvenne allo ftello Veícovo. Udendo egli una Femmina in confeíhione, dopo terminate le Mifioni, Pinterrogó prima di af- folverla , fe mai avelle alcun' altro peccato , che ta- cefle per vergogna? Cui ella inatto di maraviglia; einfieme d'orrore cosi rifpofe : O Monfignore che dice? E chi mai pud arrivar a tanta temerita di ta- cere alcun peccato in confeflione dopo l'ayer udito' quefte fante Milsioni ? Dal che e il uon
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