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Viaggi di un ministro generale cappuccino 461 canonica del ministro generale Bernardino Catastini d'Arezzo alle province dell'Ordine. Di questa visita, al cronista interessa quasi esclusivamente l'aspetto esterno, giacché egli ha piena coscienza di essere un segretario e vuole che il suo scritto possa esser letto da chiunque, senza che i segreti dell'Ordine o la vita interna delle pro– vince siano svelati. Si è accennato ai disagi sofferti dai nostri frati itineranti soprat– tutto in alcune regioni della Spagna, dovuti principalmente alla diffi– coltà di trovar vitto ed alloggio. La cosa si ripeterà, almeno in parte, in Slovacchia e in Boemia. Ma in via ordinaria il gruppo dei frati trovò facilmente guide, vitto e alloggio nei conventi cappuccini, presso parroci ed altri religiosi, e assai frequentemente presso secolari dal buon cuore. Frate Filippo ci parla di pantagrueliche cene imbandite per loro e dell'accoglienza festosa e cordialissima di gente che si prenotava per aver l'onore di ospitarli. A volte il gruppo doveva divi– dersi per accontentare più famiglie. Ma non era neppure raro il caso che, nonostante tutto il ben di Dio che trovavano apparecchiato, i poveri frati, a motivo dell'eccessiva stanchezza, riuscivano appena a bere qualche mezzo bicchiere di vino. L'arrivo del p. generale in una città era sempre un avvenimento: il clero gli usciva incontro processionalmente e lo accompagnava alla chiesa principale o al convento per il canto del Te Deum in mu– sica; al suo passaggio venivan sonate le campane; la nobiltà andava ad incontrarlo fuori città con carrozze e cavalcature; particolarmente cordiali furono ovunque i gesuiti, che li ospitavano nelle loro grancie, andavano a riceverlo insieme ai loro alunni che spesso esprimevano la loro gioia sparando a salve i loro archibugi e con trattenimenti accademici in più lingue; la visita delle dignità ecclesiastiche, della nobiltà e dei magistrati cittadini era ovunque di prammatica. E poi c'era il popolo che, con a capo i parroci, faceva chilometri per andare a salutarlo processionalmente quand'era di passaggio; che si accam– pava presso il convento o sostava per giorni interi in chiesa per vederlo celebrare e ricevere la benedizione. Certe scene, descritte da fra Filippo, sembrano incredibili, ma vi sono documenti di altra provenienza che confermano la sua testimonianza. Il concorso del popolo e la sua devozione verso il p. generale furono straordinaria– mente grandi nella Champagna-Lorena, in Germania, in Svizzera e in alcune città della Toscana e del Lazio. Per farsene un'idea, bisogna leggere qualche brano del racconto del diarista. Frate Filippo descrive centinaia di volte queste scene, senza mai ripetersi: tanto vivamente lo avevano impressionato. Alcune pagine hanno il profumo di un fioretto. Ci limitiamo a stralciare soltanto qualche periodo dal rac– conto delle cose avvenute a Nancy, che nel vol. II occupa le pp. 253-61: A Nancy il p. generale... appressandosi alla città, fu salutato dalla fortezza collo sparo di otto pezzi di cannone e fuori della porta fu incontrato dal -signor comandante de1la città, venuto con moltissimi altri signori, particolarmente uffitiali di guerra, per riceverlo con le loro carrozze; e di più vi erano due compagnie di

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