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464 Mariano D'Alatri fu consapevole del significato delle accoglienze calorose e grandiose riservate ovunque al suo ministro generale: per noi, esse dànno la misura del prestigio allora goduto dall'Ordine cappuccino nelle varie nazioni europee. L'incontro del Catastini con il re Carlo II di Spagna e con la sua consorte Maria Anna di Neuburg, che fa pressioni sul ministro gene– rale perché gli faccia venire dalla Germania un confessore cappuc– cino; le ripetute visite al Re Sole a Versailles e a Fontainebleau e al re d'Inghilterra Giacomo II e alla regina Maria Beatrice d'Este a San Germano, non furono atti meramente protocollari. In Germania regnanti cattolici e protestanti gareggiavano nel visitare e favorire il ministro generale. Ricordiamo il principe di Baviera Emmanuele di Wittelsbach, l'elettore Giovanni Guglielmo di Neuburg, l'imperatore Leopoldo I d'Austria che, per onorare il Catastini, va a pranzo nel refettorio dei frati con la regina e i figliuoli. In Italia il p. Bernar– dino è accolto con i più grandi onori dal senato veneto, dai Gonzaga, dai Farnese, dagli Estensi, dai Cybo-Malaspina di Massa e Carrara, da Cosimo III de' Medici, dal senato di Lucca, per non parlare dei supremi magistrati e delle autorità religiose e militari di tutti i luoghi per i quali egli passò. A Ginevra, il senato calvinista sollecitò ripetu– tamente una visita del ministro generale. Un posto particolare lo occupano, in questa gara di cortesia e devozione, i vescovi principi della Germania. Molti di essi vanno a ricevere Bernardino alle porte o anche fuori della città, si inginoc– chiano dinanzi a lui e non si alzano finché non li ha benedetti insieme al loro popolo. Eppure il cronista nota poco benignamente che qual– cuno di questi potenti vescovi era amante più dellil; spada che del pastorale, così come, a proposito dei vescovi francesi e italiani, aveva notato maliziosamente il malcostume della non-residenza: « Parigi è la Roma dei prelati di Francia». Vescovi e città si offrono di prov– vedere al sostentamento dei capitolari, per avere l'onore di vedere celebrare il Capitolo presso di loro. Lo stesso significato è da attri– buire ai doni inviati al convento in occasione di Capitoli e di con– gregazioni generali, cui partecipavano per più giorni centinaia di frati. Fra Filippo fornisce liste che destano stupore. Basti citare ciò che avvenne a Remiremont, Breisach, Arezzo, Lucca, Siena e Viterbo.· Non c'è quindi da stupire se, appena rientrato a Roma il p. Be~– nardino, il convento della Concezione diventa mèta di ambasciatori, di agenti diplomatici, di cardinali e di nunzi che in pompa magna vanno ad ossequiare il ministro generale, dinanzi al quale si erano spalancate le porte di tutte le reggie d'Europa. Il cronista nota che il convento sembrava trasformato in una corte. Il papa stesso fa venire ripetutamente presso di sé il Catastini, per avere informazioni ed affidargli incarichi diplomatici. Del resto, frate Filippo nota con manifesta soddisfazione che, mentre generali di altri Ordini erano stati impediti di visitare i loro frati, il Catastini non aveva incon· trato alcuna difficoltà nel passare da regno a regno, neppure quando tra questi era in atto la guerra. Abilità del Catastini? Certo, anche essa vi ebbe la sua parte, ma il successo gli fu assicurato soprattutto

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