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FRANCESCANESfMO SCOTISTA 237 di un genio dove e la radice piu profonda dei malí del mondo: il disor– dine dell'AMORE. E soprattutto ci insegna dove e la vera grandezza dell'AMORE, cioé nell'atto supremo di liberta, quando la volanta, su– perando il bene limitato del proprio egoísmo, aderisce al bene assoluto e concreto, che e il Dio infinito. Questo amare di benevolenza, questa «affectio iustitiae» coinvolge tutti gli uomini, che vengono amati anche per il bene che ricevono da Dio. E l'amore vero, che la grazia di Dio per– feziona elevandolo a virtu soprannaturale: la virtu soprannaturale della carita. La nostra sfida non consiste nel dimostrare questa realta con ragiona– menti teorici, bensl nell'incarnarla con la vita, sacrificando il proprio be– ne materiale per il bene altrui. Cosl si fara evidente un nuovo ordine dell' amare, che non e piu quello del primato dell' «affectio commodi», bensl il trionfo dell' «affectio iustitiae». La nostra vita francescana - nell'umil– ta, nell'austerita penitente, nella poverta - diventera espressione d'un amo– re a Dio, ai fratelli e alla creazione intera, senza lasciarci misurare dal miraggio dei profitti mondani di denaro, potere, onori. Una lezione di vi– ta di cui il mondo e la Chiesa hanno bisogno. Vi e forse, per noi france– scani, una partecipazione piu efficace alla soluzione dei problemi della nostra societa e della nostra Chiesa? Bernardino de Armellada, OFMCap
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