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FRANCESCANESIMO SCOTISTA 229 la sua teologia, eminentemente pratica. Quando leggiamo nel Vangelo l'in– vito a lasciar tutto per seguire Cristo, a perdere la vita per guadagnarla, ad amare come Cristo fino alla morte, cioe amare Dio piu che noi stessi, ci sembra essere davanti ad esigenze contrarie alla natura umana, contra– rie all'istinto radicale di conservazione. Ma questo e guardare soltanto ad un livello parziale della nostra natura. Scoto, lo abbiamo visto, scopre il livello della liberta nella stessa raziona– lita della volanta, capace di valorizzare il bene oggettivo al di fa delle proprie convenienze e amarlo secando questo valore, cioé i1 bene supremo, Dio, sopra tutti gli altri beni, incluso il proprio bene. E questo non e fare vio– lenza alla propria natura, anzi e la cosa che piu conviene alla creatura li– bera. "Niente piu ragionevole che il dovere di amare Dio sopra tutte le cose e il prossimo come se stesso; perché sembra che non ci sia altra cosa che la semplice estenzione della legge naturale scritta nei nostri cuori'' 17. D'altra parte sappiamo che i1 peccato dell'uomo e il rovesciamento dell'ordine dell'amore. Le conseguenze sono limpide. E stiamo vedendo come Scoto, attraverso la sua profonda analisi teologica, illumina con lu– ce nuova i1 nocciolo della spiritualita serafica, la spiritualita del primato dell'amore. Ci resta da vedere qual e l 'applicazione che lo stesso Scoto fa dei suoi principi a questioni che abbiano a che vedere coi problemi sociali ed ec– clesiali del nostro tempo. Comunque, non possiamo perdere di vista i1 fatto a cui ho accennato all'inizio della relazione. Scoto non tratta direttamente nessuno di questi problemi. Come avverte Gandillac in un suo lungo stu– dio, il Dottore Sottile ''mai commento espressamente i testi politici ed eco– nomici di Aristotele. Soltanto accidentalmente, riguardo a questioni che toccano i sacramenti, nel libro IV delle Sentenze, trova molti problemi che vertono sul diritto naturale e la legge positiva, le modalita del matri– monio e della servitu, le fonti dell'autorita paterna e legislativa, le norme dell'appropriazione e del cambio" 1s. Il pensiero di Scoto anche qui, come in tanti altri aspetti della sua dot– trina, ha sofferto a motivo di false interpretazioni. (E il rischio di giudicare un autore da principi che non sono i suoi. E Scoto e stato giudicato sovente partendo dall'intellettualismo tomista. Cosl, per esempio, Maritain, poiché 17 Ord., Pro!., p. 2, q. un., n. 108: Ed. Vat. I, p. 70. 18 MAURICE DE GANDILLAC, Loi naturelle et fondements de l'ordre social selon les príncipes du Bienheureu.x Duns Scot, in De doctrina Ioannis Duns Scoti. Acta Congressus Scotistici Int. Oxonii et Ediburgi 11-17 sept. 1966 celebrati II (Studia Scholastico-Scotistica, 2), Romae 1968, pp. 683-734, la citaz. a p. 685.

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