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228 BERNARDINO DE ARMELLADA, OFMCap l' «affectio commodi», perché e regolatrice e moderatrice di questa" 14. Senza l'«affectio iustitiae» la volonta non avrebbe possibilita di esse– re raffrenata 1s. E, dunque, conforme alla natura della volonta che noi desideriamo la nostra perfezione; pero, questo desiderio dovra manifestarsi in secon– do luogo: entro l'ordine oggettivo dell'universo noi uomini non siamo il maggior bene. B l'umilta della verita! Scoto dice che "i buoni non pote– rono né vollero non amare la propria felicita, desiderandola anche con amore di concupiscenza; cio nondimeno, mai la anteposero all'amore di Dio come bene in se stesso, anzi la posposero a quest'amore" 16. Non e difficile vedere qui la radice di un'etica individuale e sociale al di la del bene del soggetto sia individuale che di gruppo. Dobbiamo sottolineare che la prospettiva di Scoto e teologica, poiché ha la sua radi– ce nel bene supremo e personale che e Dio, come garanzia e misura degli altri beni. Quest'ordine dell'AMORE dovra essere applicato anche all'og– gettivita dei beni particolari, che saranno amati inizialmente a ragione del bene che hanno in sé, indipendentemente dal profitto che possano rendere all'amante. Questa riflessione potrebbe sembrare scama: costituisce pero il fulcro della fratemita universale, con cui Francesco diede calore e co– lore umano al suo amore di benevolenza verso tutte le creature, specie verso i fratelli e le sorelle, uomini e donne. Si capisce pure perché il bene spirituale altrui dovra sempre anteporsi ad ogni considerazione del pro– prio benessere materiale. Persino la categoría del bene comune regge ef– ficacemente soltanto come bene maggiore oggettivo, se sorretto dal bene supremo che e Dio. Si dovra notare pero, che Scoto non e il puritano che rinnega i motivi soggettivi dell'utilita propria, (come faranno, per esempio, Lutero e Kant considerando immorali le azioni fatte per timore del castigo o per amore della ricompensa). Semplicemente, vengono subordinati. L' «affectio iu– stitiae» non contraddice l' «affectio commodi»; piuttosto !'orienta e la frena. "Benché non ci fosse il cielo io ti amerei", ma mi piace che ci sia il cielo, che mi aiuta ad amarti! E facile riscontrare nella mancanza dell' «affectio iustitiae», e quindi nell'esclusivita dell'«affectio commodi», la radice di tante ingiustizie, guerre ed oppressionL La dottrina di Scoto sull'amore ordinato e, come tutta 14 Ord. IV, d. 29, q. 5, n. 3: Vives, XIX, p. 173a. 15 Ord. II, d. 6, q. 2, n. 8: Vives, XII, p. 355b. 16 /vi, n. 12: Vives, XII, p. 356ab.

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