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512 U~A NOTA D'ARCHIVIO SU~LE MISSIONI I i esempi particolari,· che suppone di voler fare giustificare costi, e . ta_l volta qui a me medesimo. E a nulla è servito tutto quello che ha saputo replica.re il desiderio, che haverei d' eseguire con ·frutto quello- che m' è stato ordinato più volte in questo proposito, non - lasciandosi _ qui di duolersi con libertà della poca stima, com' essi guzione con la missione dell' arcive~covo di. Mira, e che se quell' huomo apo– stolico era stato obligato a ritornare in Europa, la Sede Apostolica non ha-:– veva mai cessato di ceccare i mezzi per incaminarli alle parti dove li destinava, e ·che tutto ciò s'era fatto con fondamenti giustissimi, et indirizzati al servizio ·di Dio, et alla· conversione dell' anime senza verun pregiudizio delle preroga– tive della nazione portoghese, contro ciò che s'era ingegnato di mostrare l'au– tore della scrittura presentata dal suo ambasciatore alla S. Congregazione de , Propaganda fide; nè mi parve di dovermi slargare di più, perchè nè S. A. mi. haveria capito, se fossi entrato nelle risposte che si dànno ali' intelligenza de brevi dalla [ms.: della] sudetta scrittura, nè era cosa che ·si pott:sse riepilogare in poche parole, bastando di farle capire che non si tagliava cosH più largo del dovere perchè si trattava con portoghesi, che è il pontiglio, di che questa nazione è più gelosa. S. A., quando còminciai questo discorso, si pose in una seriissima attenzione, volendo ciò dar ad intende re che la prattica era sopra cosa che le toccava il vivo, e doppo havermi sentito, con brevi parole . ma proferite ~con parti~olar s~ntimento, mi disse che haverebbe considerato, e fatto considerare con attenzione il sude·uo breve, e che m' haveria fatto signi- , ficare quello che le fosse occorso, sperando che io lo rifairei a Nostro Si– gnore. Doppo di che non ho veduto più veruno. Si degnerà V. E. fare. relazione a Nostro Signore di tutto ciò J>. - Lettera del Nunzio di Portogallo alla Se– greteria di Stato, del 20 maggio 1680. - Arch: Vat., Nunz. Portogallo, 36, ff. 173-174, origin. « Sino di sabbato passato ~- A. mi fece dire, per il Segrdario delle Mer– cedi, il quale di presente essercita la Segreteria di Stato, se mi fossi voluto trovare questa mattina a palazzo, dove S. A. mi vo!eva far conferire un ne-– gozio. In esseguzione di ciò, sono andato, et era preparata una stanza nella quale ho trovato- il visconde di Ponte di Lima, consigliere di stato, et il su– detto segreta.rio, e doppo è gionto il duca di Cadaval. Il negozio è stfito che il duca ha messo fuori il breve di Nostro Signore, responsivo alla lettera di S. A. ir• proposito delle materie dell'India, dicendomi che siccome Nostro Si– gnore si rimetteva in detto brev~ a quello che io le significassi, desiderava S. A. intendere da me il di più 1 a che detto breve si rimetteva alla mia viva vo.ce ., lo ho detto a sudetti signori che in sostanza quello che doveva dire a S. A. in tal materia, era che Nostro Signore era incaricato da Dio di procu– rare la salute dell' anime, e di ridurre, per quanto potesse, alla cognizione della verità gl'infedeli, e che a Sua Santità toccava di scegliere i mezzi per questo fin~, e che essendole pàrso conveniente, et indirizzato a detto fine man– dare in quel vasto Oriente varii vicarii apostolici, i quali in certe cose s 0 - praintend'essero a missionarii che travagliano in quelle parti, era già molto ·tempo che li papi antecessori di Nostro Signore s'erano appigliati a que~to mezzo, non ostante le contradizzioni di molti, e particolarmente dei re di Por-

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