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INTRODUZIONE 11 presente opuscolo, modesto nelle dimensioni e succinto nel conte– nuto, vuole essere un sincero atto di omaggio verso tre soci dell'Istituto Storico, che hanno dedicato le migliori energie intellettuali e la parte piú consistente della loro vita - ben quarant'anni - a servizio della ricerca scientifica e della cultura francescana. Si tratta dei nostri fratelli Isidoro Agudo da Villapadierna, Mariano D'Alatri e Servus Gieben: essi sono i primi soci, ai quali e stato concesso di vareare la tappa cronologi– ca di quattro decenni di permanenza all'Istituto. La data giubilare invita a volgere lo sguardo agli anni passati e a formulare una breve riflessione sul lavoro da essi svolto. L'Istituto Storico dei Cappuccini, eretto ad Assisi il 14 novembre 1930, era costituito ai suoi inizi da dieci padri, impegnati nella realizza– zione di un intenso lavoro scientifico, le cuí linee programmatiche erano cosí delineate: pubblicazione trimestrale di una rivista scientifica con una rassegna bibliografica e una cronaca dell' attivita culturale francesca– na, edizione critica delle antiche cronache e dei piú importanti scritti ascetici e mistici cappuccini, ricerca di documenti per la stesura di una storia critica dell'Ordine, ricerca e catalogazione delle opere degli scritto– ri cappuccini. 11 numero degli studiosi, che nel 1932 comprendeva undici soci, si mantenne costante, pur con partenze e nuovi arrivi, fino al 1939. Alla fine di ottobre del 1940, quando la sede dell'Istituto fu trasferita a Roma e la guerra faceva sentire ovunque i suoi effetti nefasti, i fratelli erano soltanto cinque e da solí dovevano portare a termine tutti i gravosi impegni dell'Istituto. Nel 1950 i soci erano sette, e all'inizio del 1953 si ridussero a cinque, dei quali due in procinto di partire: a tre di essi quindi era affidato il pesante fardello della pubblicazione della rivista e delle altre edizioni. Come si vede, esattamente quarant' anni fa, la situazione non era rosea. Si avvertiva l'urgenza di forze nuove, giovani e con garanzia di stabilita, che rendessero possibile la ripresa e la continuazione effi– ciente del lavoro dell'Istituto. L'allora padre generale Benigno da S. llario Milanese, venendo incontro a reali esigenze di lavoro e addirittura di sopravvivenza, inserí nel tessuto dell'istituzione culturale cappuccina quattro nuovi studiosi, dei quali tre giovani, che da poco avevano termi-

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