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AURELIO LAITA manente nella Conferenza generale dell'UNESCO del 1966, dove venne presentato come "progetto" del programma "Il concetto di formazione permanente" 9 • In seguito negli anni 70 l'UNESCO e altre organizzazioni internazionali definirono piu dettagliatamente la EP, proponen– dola come il modello cuí ispirarsi per le politiche educative degli anni futuri. Venne anche distinto meglio il concetto di EP da quello di educazione degli adulti, chiarendo cosi la necessita di organizzare interventi educativi post-scolastici non solo per col– mare eventuali lacune, ma anche per favorire una maggiore maturazione globale della persona. Infatti, negli anni 71-72, s'insiste nell'affermare che l'EP <leve offrire all'uomo, nelle diverse eta della vita, le occasioni e i mezzi per sviluppare la sua personalita, per rinnovare e perfezionare le sue conoscenze e per partecipare al progresso della societa. 10 • Sara il Rapporto Faure (1972) a parlare gia in maniera esplicita della formazione dell'uomo nella sua totalita, e quindi nella sua capacita di autosviluppo permanente in tutte le sue dimensioni per aiutarlo a rendere se stesso forza motrice di un'innovazione costante, tale che faccia confluire il cambiamento accelerato della societa alla qualita della vita 11 • Da un'angolatura pfü pratica e descrittiva Natale Zanni1 2 riassume cosi il tema: "Il modello formativo dominante sino agli anni '60, sía nel mondo scolastico che in quello della prima for– mazione professionale, era prevalentemente centrato su un tipo di insegnamento accademico. Era, come e stato definito da qual– cuno, un modello "scuola-centrico", caratterizzato da una visio– ne monopolistica dell'educazione nei confronti di altre agenzie formative quali ad esempio la "scuola parallela" dei mass-media. Inoltre la formazione veniva intesa come un unico processo gra– duale che si realizzava senza interruzione una sola volta nella 9 LORENZETIO, 247. 10 !bid. 251. 11 Cfr. v. SINISTRERO, 60. 12 N. ZANNI, Educazione permanente e formazione professionale in Orienta– menti pedagogici 31(1984)524s. 10

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