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AURELIO LAITA del tempo e dei mezzi offerti a questo scopo dai superiori". II documento Elementi Essenziali aveva gia indicato tra le cinque tappe della formazione "la formazione permanente degli anni maturi" (n. 48), ma una tappa decisiva nel tracciare lastra– da della FP dei religiosi viene segnata dal documento della Con– gregazione per gli Istituti di vita Consacrata e le Societa di Vita Apostolica, Direttive sulla formazione negli istituti religiosi (Potissimum Institutioni) del 2 febbraio 1990. Listnizione apre la sezione della FP indicando agli istituti religiosi "il dovere di progettare e di realizzare un programma di FP adeguato per tutti i suoi membri. Un programma che tenda non soltanto alla forma– zione dell'intelligenza, ma anche di tutta la persona, principalmen– te nella sua dimensione spirituale, affinché ogni religioso possa vivere in tutta la sua pienezza la propria consacrazione a Dio, nella missione specifica che la Chiesa gli affida" (n.66). Viene segnalato, poi, il "perché la Formazione continua?", indicando tre ragioni che giustificano la formazione permanente: "la prima nasce dalla funzione stessa della vita religiosa in seno alla Chie– sa; la seconda dalla sfida che viene dalle provocazioni alla fede cristiana e dal suo futuro in un mondo che cambia a velocita accelerata; la terza concerne la vita stessa degli istituti religiosi e soprattutto il loro avvenire, che dipende in parte dalla formazio– ne permanente dei loro membri" (n.67); in seguito il documento parla del contenuto della forrnazione permanente all'interno di un processo globale che include quattro aspetti: la vita secando lo Spirito o spiritualita; la partecipazione alla vita della Chiesa secondo il carisma dell'istituto; il riciclaggio dottrinale e profes– sionale e la fedelta al proprio carisma (cfr. n.68). Infine, vengono segnalati i tempi forti della formazione continua (n.69). II documento Pastores daba vobis, due anni piu tardi, pre– senta la formazione permanente dei preti : - come un ravvivare il dono (carisma) di Dio perché non perda mai quella" novita permanente" che e propria di ogni dono di Dio, di Colui che fa nuove tutte le cose (cf. Ap 21,5), e dunque di vivcrlo nella sua intramontabile freschezza e bellezza origi– naria" (n.70); cioe come un'esigenza intrínseca alla consacra– zione; 18

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