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AURELIO LAITA 1ª: il primato si deve dare alfa dimensione contemplativa. Le motivazioni, quelle delle Costituzioni e quelle di Giovan– ni Paolo II. 2ª: il primato si deve dare alla dimensione di vita evangelica fraterna. Cosi sostiene il papa nel discorso del 1988 e il P. Francisco Iglesias nella lezione data a Garibaldi col titolo «La dimensione profetica del cappuccino». Questa e la linea del suo discorso, che faccio mia: 1.- L'espressione «primato della vita di preghiera» risponde a un aspetto primordiale del cappuccino; tuttavia non <leve pre– starsi, francescanamente, a «equivoci». Il francescano e, deve essere, un uomo eminentemente orante - fatto preghiera, come Francesco - ma non e membro di un istituto in senso stretto contemplativo; non e il suo carisma specifico; egli non ha, quin– di, come priorita vocazionale la contemplazione... Francesco, come individuo particolare, ha potuto sentire una irresistibile chiamata all'eremo, al deserto, alla vita contemplativa. Tuttavia, come fondatore - e qui sta il vero punto di riferimento per noi, come Ordine - e stato ben consapevole che il Signare lo voleva - e voleva i suoi frati - non per. ritirarsi negli eremi o per consacrarsi, pri01itariamente, alla contemplazione, ma per svol– gere la loro vita tra gli uomini e conquistare le anime (testi: Rnb 14; Rb 3; JCel 25; LM 4, 2; 12, 1; Cost 13, 3; 98, 2) 2.- «Ogni frate, come ogni fratemita nostra, <leve essere un frate e una fraternita orante, eón autentico spirito contemplativo. Ma senza identificare, senz'altro, "il nostro cosiddetto primato della vita di orazione con le esigenze proprie del carisma di un istituto specificamente contemplativo. La possibilita della vita religiosa nei romitori viene considerata da Francesco come uno strumento privilegiato per rivitalizzare, periodicamente, la vita religiosa dei frati che vivono la loro vocazione, da sé, andando per il mondo» (FF 136). 3 .- «Per il francescano la preghiera, la dimensione contemplativa, e una componente essenziale della sua vita; tut– tavia, il francescano sa pure - come Francesco - che la pre– ghiera non e fine a se stessa, neppure un valore assoluto (l'unico valore assoluto, secando il Vangelo, punto di riferimento del 100
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