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AUREL!O LAITA (Cost 84; 115); gli anziani (Cost 85, 86); il servizio dei ministri ai frati al primo pesto (cap. X, art. 1); il ricorso dei frati (Cost 166, 1...), ecc. Appartenenza alla fatemita. Appartenere alla fraternita significa che i membri debbono mettere in pratica i due elementi che la compongono: !'elemen– to spirituale o comunione fraterna con quanto comporta secon– do quanto abbiamo detto in questa terza parte e in tutto lo studio che abbiamo fatto; e l'altro piu visibile, cui abbiamo ap– pena accennato. Oggi il rischio sta venendo dalla scomparsa o indebolimento dei legami fraterni, «cadendo in un isolamento individualista totalmente anti..francescano». E urgente pcrtanto riscoprire in profondita anzitutto la nostra consacrazione e la nostra vita evangelica come un impegno fraterno, un cammino che tutti dobbiamo fare insieme; e poi i veri valori e i requisiti della fratemita come gruppo cristiano primario, con un'esigenza im– periosa di appartenenza, di incontro, di aiuto vicendevole e di docilita allo spirito del Signare sotto la guida dei «ministri e serví» 181 • 2a. II primato della vita evangelica fraterna. L'altra questione interessante si riferisce al pasto che <leve occupare nella vita pratica la vita fraterna. Il problema si pone da due angoli, che sano anche elementi dell'identita: la dimen– sione contemplativa; e l'azione apostolica. Trattiamo di esporre con chiarezza i due punti. Primato della vita contemplativa o della vita fraterna? Il problema e dovuto a certa ambiguita nei testi delle Costi– tuzioni del 1982 e 1990 e a due discorsi del papa attuale, Gio– vanni Paolo II. 181 LAZARO lRIARTE, Temi francescani, Storia della fraternita locale, p. 276. 98

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