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AURELIO LAITA to. Infatti e dall'amore di Dio diffuso nei cuori per mezzo dello Spirito che la comunita religiosa trae origine e da esso viene costruita come una vera famiglia adunata nel nome del Signo– re» 146. Un altro numero dello stesso documento pone ancora piu chiaro il nostro discorso: «Nella sua primaria componente mi– stica ogni autentica comunita cristiana appare "in sé stessa una realta teologale, oggetto di contemplazione" 147 • Ne segue che la comunita religiosa e prima di tutto un mistero che va contem– plato e accolto con cuore riconoscente in una límpida dimensio– ne di fede» 148 • Certo, questi «elementi architettonici dell'edificio comunita– rio» (cosi chiama il Cencini al punto di vita típicamente teologi– ce), esigono il modo concreto di realizzarli e di viverli nella dinamica comunitaria (punto di vista psicopedagogico). Altri– menti non avere «rispetto di questa interdisciplinarieta ha sem– pre effetti pericolosí perché sposta in modo unilaterale 1' atten– zione e gli interessi di chi e coinvolto nel discorso e impedisce la sintesi dei due aspetti» 149 • 2 ° Un modo di vivere insíeme con alcune "novita", propríe della nostra cultura e dei nostrí tempi. Si tratta di vivere la fraternita con alcune accentuazioni che per molti possono risultare «novita». Mache per altri sono mo– dalita totalmente «normali», cioe, proprie di questa cultura e di questo tempo. Anche qui si <leve «giustificare» il fatto, cioe il perché di queste novita o nuove accentuazioni nelle nostre Costituzioni postconciliari. I documenti e gli studiosi enumerano le seguenti cause: 146 Congregavit nos n. 8 147 / religiosi e la dimensione contemplativa, 15 148 Congregavit nos, n. 12 149 A. CENCINI, «Com'e bello stare insieme... », La vita fraterna nella stagione della nuova evangelizzazione, Ed. paoline,1996, p. 16s. 147. / religiosi e la promo– zione umana, 1980, n. 24; Evangelizzare per una «specie di contagio» di carita e di unitii, cfr. Congregavit nos, n.2a-2d. 82

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