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AURELIO LAITA de la Vocación de la Orden hoy, Capitulo General de los Menores, Madrid 1973, n. 22). Il Ministro Generale John Corriveau nella lettera sopra cita– ta al presidente della CIMPCap. concretizza di piu questa condi– zione nel comma «3. "Amino la poverta" - Frati del popolo»: 1.- «Essere fratelli degli uomini e dei poveri "lavorando con le proprie maní". E cío sía in senso letterale sía nel senso di lavorare veramente per guadagnarvi la vita sía nel senso di assu– mersi responsabilita». 2.- «Lavorare con le proprie maní» significa anche servire con le proprie maní ai poveri secondo tutta la nostra spiritualita e tradizione... 3.- «...Nel passato il nostro inserimento e la nostra "dipen– denza" dalla gente era evidente (questuanti, portinai, predicato– ri...) e ci rendeva vicini ai popoli, "fratelli con i piu umili". Ora per essere davvero "frati del popolo" e imprescindibile rivedere in concreto il nostro stile di vita. La societa consumistica ci ha contagiati. Non sempre si riesce ad essere davvero poveri e mi– nori, autentici testimoni. Pensiamo alle auto, a tanti mezzi e comodita che abbiamo, alle "sicurezze" di cuí godiamo.... A quan– do un reale e vero riesame di questo stile di vita» 134 • Questa condizione, cioe conoscere come vive il popolo di oggi, s'esige uscire da noi stessi, dalla nostra formazione chiusa, dalle nostre comodita dei conventi e sentirsi «popolo» e dialoga– re per vedere cosa esso pensa, sente, vive, celebra, desidera o ha bisogno. E mentre cos'i impariamo tante cose dal popolo ( in concre– to «comprenderemo anche il senso profondo della nostra voca– zione», dice il VCPO, n.94), ci capacitiamo per conformarci ai tempi in una maniera piu precisa. 2ª condizione: «Senza dismettere il proprio carattere», che signifi– ca: - non lasciare di essere «frati minori» con tutto cío che com– porta secondo la Regola di san Francesco e le Costituzioni Cappuccine. 134 Italia, n. 6, p. 47 70
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