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AURELIO LAITA presidente della CIMPCap., quando si domanda: Siamo ancora «i frati del popolo»? E risponde: «Forse solo in parte». E indica le seguenti cause: - «Ci siamo un po' troppo clericalizzati e conventualizzati». - Abbiamo troppe sicurezze (anche economiche) e troppo potere (anche ecclesiale). - Abbiamo troppi posti fissi da ricoprire, che non permetto– no piu alla fantasia e al cuore di inventare modi nuovi e piu adeguati di presenza e di apostolato. - Abbiamo ristretto il concetto di «fratemita» quasi esclusi– vamente ai «frati», - Abbiamo costruito troppe mura attorno ai conventi ; e - Abbiamo accettato e facciamo fatica a scrollarci di dosso troppi «servizi» carichi di responsabilita. Forse, conclude, siamo meno «frati del popolo» perché sia– mo meno «frati minori» 132 • In termini simili si esprime Assisi '95 indicando diverse motívazioni: « ... abbiamo awícinato "il secolare", disperdendo la radicalita che al popolo siamo chiamati a testimoniare... » « ... facciamo una certa fatica a renderci conto delle trasfor– mazioni in atto che insensibilmente ma progressivamente ci al– lontanano dal popolo, specie con la scomparsa dei religiosi fra– telli». « ... l'impatto con la realta d'oggi, cosi complessa, non per– mette quasi piu akune ~spressioni di vita tanto care alla gente umile e povera... » « ... si e attenuata in qualche modo, se non venuta meno, la nostra sensibilita di ascolto, di contatto, di coraggiosa e larga condivisione e partecipazione della nostra vita "con" e "tra" la gente, muniti di quello stile libero, gioioso, essenziale e profetico che ha caratterizzato l'immagine del Cappuccino italiano lungo la storia. Non si vedono quasi piu i frati cappuccini nei nostri paesi per la predicazione, per la riconciliazione, per la questua... sia perché siamo diminuiti di numero, sía perché usiamo mezzi propri per cuí ci si muove rapidamente». 132 I Cappuccini: Frati del popolo, Offida 25 maggio 1995. 68

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