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L 1 ORDINE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI, UNA FRATERNITA fratelli «minori», cioe «non con il gesto protettore di chi appar– tiene ad una classe superiore, ma come fossero dei loro» 125 • - Un vivere tra il popolo senza far distinzione: <mulla pareva per loro troppo basso, né troppo elevato. Servir gl'infimi, ed essere servito da'potenti, entrar ne' palazzi e ne' tuguri, con lo stesso contegno d'umilta e di sicurezza, esser talvolta, nella stes– sa casa, un soggetto di passatempo e un personaggio senza il quale non si decideva nulla, chieder l'elemosina per tutto, e farla a tutti quelli che la chiedevano al convento, a tutto era awezzo un cappuccino» (Manzoni). 2ª: Il Cappuccino e frate del popolo a motivo della sua sensibi– lita e creativitil nel venire in aiuto dei biso6 111i della gente. Casi lo dice il P. Callista: «Furono anche la perspicacia nel comprendere i bisogni della gente e la proposta di mezzi adatti per venire in aiuto che procurarono la benevolenza di tutti ai seguaci della nuova riforma» 126 • 3": Il Cappuccino díventa frate del popolo a motivo del suo apostolato. Di questa motivazione le fonti e gli autori sano tutti d'ac– cordo. Infatti, le Costituzioni di Albacina, nonostante tutto, aveva– no aperto in ccrta misura i luogheti dei Cappuccini agli uomini: preghiera per i fedcli; ricevere qualche ospite; introdurre per grande necessita anche a mangiar qualcuno di fuori; volevano che i predicatori andassero a predicare non solo la quaresima, ma anche altre feste durante l'anno; si poteva perfino seppellire i morti, a condizione di essere poveri, ecc.. Le Costituzioni del 1536 aprono ancora di piule porte e spronano i frati a condivi– dere con i poveri, ad assisterli nella peste, a non defraudare i poveri. Infine, i Cronisti dell'epoca e tutti gli altri studiosi ripor– tano numerosissime testímonianze di questo apostolato dei Cap– puccini tra il popolo, come abbiamo visto nelle pagine anteriori. 125 P. CALLISTO ÜRBANELLI, O. C. p. 606. 126 Ibid. 63
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