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AURELIO LAITA Delio Cantimori (citato da C. Cargnoni) scrive: Il «carattere peculiare e proprio dell'Ordine» sta nella «vicinanza alle plebi». Il primo periodo della storia dell'Ordine e i primi decenni pre– sentano problemi complessi e una connessione con molti pro– blemi di carattere generale. E continua il Cargnoni: «Si insiste, e va bene, sulla poverta, semplicita e austerita e unita con il popo– lo, specie nelle pubbliche calamita; ma non era per queste occa– sionali calamita che i Cappuccini vivevano amorosamente e ínti– mamente uniti al popolo; il rinnovato ed esteso esercizio della carita e della beneficenza, "la semplicita e immediatezza della predicazione rispondevano di fatto, nelle forme consentanee al– i' epoca, al nuovo bisogno sociale, ai bisogni derivanti dalla crisi generale; e cío ha contribuito, e certo non in ultima istanza - condude il Cantimori - alla loro immediata popolarita, e alla loro rapida diffusione"» 118 • Questa e la testimonianza della storia. E gli scritti letterari: cosa dicono sull'espressione «Il Cappuccino frate del popolo?» Senza usare il termine, i testi legislativi Costituzioni di Albacina e soprattutto le Costituzioni di S. Eufemia e, poi, i Cronisti, come abbiamo dimostrato nelle pagine precedenti, ci parlano eloquentemente della fraternita ad extra dei Cappucci– ni, gettando le basi e il fondamento serio e verace perché il Cappuccino sia chiamato «frate del popolo». Ma quelli che hanno coniato l'espressione, oltre al Gioberti, sono stati certi autori letterati, come Francesco Renato, viscon– te di Chateaubriand, padre del romanticismo francese, nel suo famoso libro «Genio del Cristianesimo», e A. Manzoni nella sua opera letteraria «I Promessi sposi». Ecco il testo del Manzoni nella ormai famosa pagina che merita essere ricordata qui: «Ma tale era la condizione de' Cappuccini, che nulla pareva per loro troppo basso, né troppo elevato. Servir gl'infimi, ed essere servito da' potenti, entrar ne' palazzi e ne' tuguri, con lo stesso contegno d'umilta e di sicurezza, esser tavolta, nella stes– sa casa, un soggetto di passatempo e un personaggio senza il 118 C. CARGNONI, O. C., p. 220. 60

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