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AURELIO LAITA a) La vita di fraternita ad intra nei Cronisti dell'Ordine L'introduzione che fa il P. Mariano si riferisce alla «carita fraterna», che e l'anima della vita di fratemita ad intra. E dice: «Come dice la Regola, i primi cappuccini erano domestici e amorevoli come una madre che ama e nutre i suoi figli. Poiché erano attenti a conservare nel cuore la Parola di Dio, divenuti secondo il Vangelo fratelli, sorelle e madri di Cristo, riuscivano ad esserlo altrettanto fra di loro. Amavano stare insieme. Non pensavano mai male. Giudicavano gli altri mcglio. Scusavano i difetti. Aborrivano il vizio della mormorazione. Un desiderio di un loro fratello era per essi un obbligo, un comando. Non si consideravano neanche cristiani se non praticavano le opere di misericordia. Anticipavano il tempo del lavoro per sollevare la fatica degli altri. I giovani gareggiavano coi vecchi nel dividersi il pane della parca mensa. Spesso mangiavano umilmente per terra. Gli ammalati e bisognosi erano serviti come re e restavano piu confortati da questa fraternita di delicato servizio che dalle povere medicine ricevute. L'esempio di san Francesco che serví– va i lebbrosi, gli infermi e cercava la salvezza delle anime era il loro specchio. I fratelli laici si consideravano privilegiati se veni– vano incaricati della cura degli infermi la gioia di servire Gesu Cristo stesso. E Dio moltiplicava i miracoli. Era un avvenimento festoso per tutti la venuta di un forc– stiero. E quando gli ospiti dovevano rimettersi in viaggio, ai fratelli era come se "gli partissero le viscere del cuore". Ma quando un loro fratello abbandonava l'Ordine, non si davano pace; pre– gavano incessantemente, sospirando. Molti trovarono la vía del ritorno solo al ricordo di quell'amorevolezza e quell'accoglienza fraterna» 88 • A continuazione, il P.Mariano fa seguire i testi: nn. 2797 - 2819. 88 / Frati Cappuccini, II, p. 1175. 46

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