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AURELIO LAITA ciclo santamente inquieto, anche pero instabile psicologicamen– te; Fra Giovanni di Lodi robusto físicamente, ma un po' feroce certe volte; Fra Ginepro semplice e paziente, spesso pero un po' ridicolo. Perché non era ostacolo tutto questo per vivere con radicalismo la fratemita evangelica? La risposta la da K. Esser: «La "fratemitas" si poggiava in dati essenzialmente evangelici...Il suo elemento vitale era asso– lutamente di índole cristiana» 53 cioe l' adesione a Cristo centro della fratemita e la carita evangelica. Anche J.A. Merino risponde: «La fratemita francescana e il superamento delle divergenze personali. E' la sintesi sempre nuo;a e mai compiuta delle tesi e antitesi che inevitabilmente si danno in ogni gruppo. La dialettica di Hegel "Identitat-Differenz" si assume e si realizza fecondamente quando i membri della Fraternita si accettano, si accolgono e si completano. Cosl, dun– que, tutta e sola la Fraternita puó riunire le qualita che France– sco descrive dell'autentico frate minore» 54 • 3º: Alcuni dicono che era impossibile questa vita fraterna nella struttura itinerante dei primi francescani. Come, dicono, potevano vivere da fratelli se sempre erano in cammino per il mondo? Anche qui dobbiamo dire che se certamente non erano con– dizionati né per il luogo né per l'ufficio o lavoro fisso, neppure l' itineranza costituiva un ostacolo, perché era uno stile esisten– ziale di vita per le persone che previamente aderivano ad un progetto comune di vita, di azione, di intenzione e di partecipa- zione 55 • · L'importanza eccezionale che si dava alla vita fraterna risul– tava dunque dalla adesione data al progetto comune («forma vitae» di Francesco) che comportava quotidianamente una vita di relazioni col gruppo piccolo itinerante, di condivisione, di 28 53 K. Esser, La orden franciscana. Origenes e ideales, Aránzazu 1976, p. 80. 54 J. A. MERINO, o.e., p. 170. 55 cfr. J. ANTONIO MERINO, O. C., p. 167

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