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L'üRDINE DEI FRAT! MINORI CAPPUCC!1'I, lJNA FRATERNITÁ potesse turbare. Invero, quanto piu erano divisi dal mondo, tanto maggiormente stavano congiunti a Dio. Entrati nel sentiero stretto ed erto, ruppero i macigni, schiac– ciarono le spine : e cosi, grazie al loro esempio, hanno reso a noi seguaci piu agevole il cammino». Cosa si puo dire di queste descrizioni della primitiva fraternita.? 49 1 º: Certamente, possono aver esagerato i biografi, ma qual– cosa di fascinoso doveva esserci in quelle fraternita dal momen– to che questo modo di vivere attirava tanti uomini e donne ad entrare nel movimento francescano, come sottolineano anche osservatori esterni come Giacomo da Vitry. D'altra parte, se si esamina bene ciascuno dei testi, si vede che non solo raccontano, ma danno le motivazioni, cioe il per– ché era possibile e reale quel vivere. Pcr esempio, quando dice il Celano: «Avendo disprezzato tutte le cose terrene ed essendo immuni da qualsiasi amore egoistico, dal momento che riversa– vano tutto l'affetto del cuore in seno alla comunita, cercavano con tutto l'impegno di amore se stessi per venire incontro alle necessita dei fratelli». «Erano giudici implacabili di se stessi, preoccupati di non nuocersi l'un l'altro in nessuna maniera» 50 • O l'Anonimo perugino: «Si volevano bene l'un l'altro con affetto profondo, si servivano e procuravano il nutrimento con l'amore d'una madre verso i propri figli» 51 • 2º: Nella realizzazione della fraternita vediamo che non era ostacolo ad essa né l' etereogeneita dovuta alla diversa prove– nienza sociale, cultura, lavoro 52 né l' etereogeneita dovuta alle diverse personalita, come si descrive nello Specchio di Perfezione al n. 85, che, come si distacca dalla, caratteriologia, vanno con– trassegnate da vizi che creano difficolta alla fraternita. Per esem– pio, Fra Masseo era elegante, ma sicuramente vanitoso; Fra Lu- 49 l Cel 39 so 3 Comp 42 51 Anonimo Perng. n. 25 52 cfr. J Cel 31, 37, 57 27

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